Netturbini assenteisti a giudizio

Deciso il rito immediato per i ventidue impiegati del Consorzio di bacino Salerno 1

CASTEL SAN GIORGIO. Il gip ha disposto il giudizio immediato per ventidue netturbini assenteisti, impiegati presso il Consorzio di bacino Salerno 1 con sede in via della Fratellanza, indagati nell’operazione denominata “Easy Badge” e ora attesi dal processo che è stato fissato per il prossimo 26 novembre.

L’inchiesta in questione portò all’emissione di nove arresti domiciliari e a tredici obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. I coinvolti sono: Alfonso Califano, pregiudicato, di Roccapiemonte, Andrea Correale, 61 anni, di Roccapiemonte, Giuseppe De Bartolomeis, 53, di Nocera Superiore, Pasquale De Falco, 33, di Nocera Superiore, Lucia Esposito, 48, di Napoli, Giovanni Marrazzo, 50, pregiudicato residente a Padova, Raphael Vincent Garofalo, 42, di Roccapiemonte, Paolo Ricciardi, 54, di Pagani, Silvestro Villano, 58, di Roccapiemonte, Francesco Salvatore De Simone, 44, di Napoli, Mario Di Palma, 50, di Roccapiemonte, Gennaro Di Vicino, 59, di Napoli, Gennaro Faiello, 39, di Napoli, Gennaro Faiello, 39, di Napoli, Angelo Giordano, 58, di Napoli, Antonio Lamberti, 63, di Roccapiemonte, Mario Marra, 66, di Angri, Mario Marrano, 52, di Napoli, Enrico Otranto, 54, di Giugliano, Carmine Persichino, 51, di Napoli, Giuliano Pirozzi, 45, di Giugliano, Luigi Ruggiero, 54, pregiudicato, di Napoli, e Pasquale Spina, 45, di Napoli.

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati del foro di Nocera Inferiore, Carmela Novaldi e Bonaventura Carrara.

L’inchiesta del sostituto procuratore Roberto Lenza partiva dal marzo del 2012, periodo nel quale arrivarono le prime segnalazioni dei cittadini di Castel San Giorgio, seguite dalle verifiche dei vigili urbani del posto e dai determinanti riscontri dei carabinieri, con le osservazioni e i pedinamenti dei sospetti e le immagini delle telecamere di videosorveglianze che riscontrarono ritardi, anticipi e assenze ingiustificate durante gli orari di lavoro. Il giudice per le indagini preliminari autorizzò anche videoriprese esterne ed interne effettuate da telecamere su tutta l’area logistica del Consorzio di bacino Salerno 1. Al centro dell’indagine c’è stata la macchinetta segnatempo per i dipendenti, con lo screening dei frames che ha permesso di identificare gli indagati mentre si allontanavano arbitrariamente dal posto di lavoro dopo aver timbrato il badge di identificazione, una prassi illecita ma purtroppo assai diffusa.

Proprio i timbri sui badge hanno segnato l’inchiesta, con l’evidenza della prova che è valsa la disposizione del rito immediato decisa dal gip, su richiesta della procura della Repubblica.

Alfonso T. Guerritore

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