«Nessuno voleva cancellare la tradizione»

Angelo Scelzo: «Fraintese le decisioni della Curia, ma cancellare la processione sarebbe una sconfitta»

SALERNO. Alla processione di San Matteo ha partecipato anche il giornalista salernitano Angelo Scelzo, vice-direttore della Sala Stampa del Vaticano.

Si è ritrovato nel cuore della contestazione?

«No, sono sceso appositamente per dare anche di persona la mia solidarietà all’arcivescovo. Abito nel centro storico ed ero a casa, quando ho deciso di scendere in strada e di camminare nel corteo proprio accanto a monsignor Luigi Moretti».

Come definisce la processione 2014 di San Matteo?

«Sicuramente impone una riflessione, un cambio di rotta che si era tentato di iniziare e che non è stato recepito».

Difficoltà a fare accettare i cambiamenti o divergenze sui contenuti del cambiamento?

«Penso la prima. La Chiesa salernitana ha cercato solo di affermare un equilibrio tra manifestazioni esteriori e motivi di fede autentica. Nessuno ha mai detto che la processione sia una atto penitenziale e che non ci debbano essere motivi di gioia e di festa».

Una processione più religiosa?

«Non solo. Ci sono due ambiti, quello religioso e quello civile. Per il primo aspetto non vi è dubbio che le indicazioni della Chiesa locale vanno seguite e rispettate».

Il cambiamento non è stato accettato?

«Il cambiamento è stato frainteso. Qualcuno, estremizzando, ha voluto intenderlo come cancellazione della tradizione. Non è mai stato inteso in questo senso. Di fatto, anche la sosta dinanzi a Palazzo di Città non è stata cancellata, ma sostituita in maniera più religiosa da un momento di preghiera. Il modello di cambiamento proposto era compatibile con la storia e le tradizioni di Salerno».

La cosa più deplorevole?

«I fischi e i cori di contestazione per un arcivescovo che sta svolgendo una intensa azione pastorale. Devo dire, però, che ho visto anche tanti attestati di stima verso l’arcivescovo, preghiere e composte manifestazioni di fede, così come di legittima gioia, con i classici applausi e gli “evviva San Matteo” che ci stanno tutti».

Sono state date diverse letture dell’accaduto.

«Qualcuno vi ha visto addirittura uno scontro di poteri. L’arcivescovo non rappresenta alcun potere. La Chiesa è la comunità dei fedeli e segue il Vangelo».

Adesso?

«Penso che, rasserenati gli animi, si debba trovare un dialogo. Salerno deve continuare a festeggiare il suo santo sia in maniera religiosa che civile. Se si cancella uno dei due aspetti si commette un errore. Sarebbe assurdo annullare la processione. Se l’altra sera abbiamo assistito alla sconfitta di una parte della città, l’abolizione della processione rappresenterebbe la sconfitta di tutta la città».

Paolo Romano

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