Nessuno sconto per il figlio di Galasso

Il giovane uccise un 43enne durante una lite. Respinte le istanze dei legali: sarà processato per omicidio volontario

SCAFATI. Uccise un uomo a furia di pugni: Sabato Battaglia sarà giudicato con rito abbreviato.

Il 23enne, figlio del pentito Martino Galasso, morto alcuni anni fa per un sospetto suicidio, affronterà il processo dinanzi al Gup di Viterbo Savina Poli.

Il giudice ha rigettato la richiesta della difesa di ascoltare il consulente di parte per testimoniare sulle circostanze della morte di Federico Venzi.

L’avvocato Antonella Durano, difensore di Sabato Louis Battaglia, aveva chiesto di acquisire la consulenza per aprire una tesi difensiva che portava all’omicidio preterintenzionale. La richiesta non è stata accolta dal giudice e nei prossimi giorni il giovane – originario dell’Agro nocerino-sarnese e da anni stabilitosi a Viterbo in seguito al pentimento del padre – sarà giudicato dal giudice per le udienze preliminari Savina Poli per omicidio volontario.

Sabato Battaglia è accusato di aver ucciso, il 27 di settembre dello scorso anno, Federico Venzi, un 43enne romano, alla rotatoria del Riello a Viterbo.

Era l’alba di quel giorno quando Venzi esce da un locale insieme a un amico marocchino, entrambi pare fossero ubriachi. Nei pressi della Ipercoop incontrano il 23enne con la fidanzata, la ragazza è stesa a terra. Venzi pensa che il ragazzo l’abbia aggredita e si offre di aiutarla, vuole chiamare i carabinieri.

Ma Battaglia li caccia. E poi si allontana con la ragazza. Riescono a fare appena una cinquantina di metri con Venzi e l’amico che sembrano seguirli e allora Sabato Battaglia si ferma e colpisce Venzi più volte, violentemente.

Il 43enne romano muore tre ore dopo all’ospedale Belcolle. L’amico della vittima non riesce a chiamare il 118 perché è ubriaco.

A soccorrere Venzi ci pensano alcuni passanti. Sabato Battaglia, giovane rampollo della famiglia Galasso, si è sempre difeso e ha sostenuto più volte che aggredì Venzi per difendersi, ma per l’accusa la violenza e l’accanimento utilizzati non giustificavano la paura.

Tra l’altro la stessa fidanzata di Battaglia ha sempre sostenuto che la vittima non aveva intenzioni minacciose.

La ragazza, insieme ad altri due amici di Sabato Battaglia, sono stati accusati di favoreggiamento personale per aver tentato di coprire il ventitreenne.

Da qui l’accusa, promossa dal pm Massimiliano Siddi di omicidio volontario. Il giovane sarà giudicato nei prossimi giorni con rito abbreviato, il pm formulerà la richiesta di pena mentre la difesa proverà a far passare la linea dell’omicidio preterintenzionale. È uuna vicenda ricca di colpi di scena quella del pentimento della famiglia Galasso. Di recente Ciro Galasso, pentito da circa vent’anni, è ritornato a Sarno. Una presenza non sporadica, quella del cugino del più noto Pasquale e fratello di Antonio, il pregiudicato che fu assassinato nel settembre del 2005 con una sventagliata di colpi esplosi da un kalashnikov, in via Palma.

Ciro Galasso, sottoposto a regime di sorveglianza speciale, ha il permesso di recarsi nella sua città natale dove ancora risiedono alcuni parenti e dove si trovano anche alcune proprietà di famiglia. Un collaboratore di giustizia, tra i più anziani, del “sistema” Nuova Famiglia che – nonostante abbia formalmente rotto i suoi legami con il passato criminale – rimane legato alle sue radici. Ed è per questo che, spesso si rivede a Sarno, dove frequenta anche locali pubblici intrattenendosi con vecchi conoscenti.

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