parlano gli operatori

«Nessuno ci ha dato ascolto A rischio le nostre imprese»

SALERNO. C’è preoccupazione nella comunità portuale di Salerno per gli effetti che il decreto legislativo sul riordino dei porti, voluto dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio,...

SALERNO. C’è preoccupazione nella comunità portuale di Salerno per gli effetti che il decreto legislativo sul riordino dei porti, voluto dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio, avrà su quello di Salerno. Sotto le forbici di Palazzo Chigi è finita pure l’Autorità salernitana che verrà accorpata a quella di Napoli, perdendo così la propria autonomia che, negli anni, ha permesso allo scalo di imporsi per efficienza e traffico nel panorama della portualità nazionale. In verità, operatori e imprenditori del settore da più di un anno e mezzo sono sul piede di guerra, da quando il progetto di riforma del sistema portuale era stato avviato dal predecessore di Delrio, l’ex ministro Maurizio Lupi. Era l’aprile del 2014 quando con una lettera aperta, sottoscritta dalle principali associazioni di categoria e da quasi tutti gli operatori, si criticò apertamente la struttura del decreto. Una critica che è stata ribadita non più tardi di due mesi fa quando le comunità portuali di Salerno e Savona (che con questo decreto sarà accorpata a Genova) scrissero di nuovo al presidente del Consiglio, Matteo Renzi e al ministro Delrio sostenendo le ragioni delle autonomie dei due porti il cui accorpamento non avrebbe certamente risolto i problemi del sistema ma, al contrario, li avrebbe moltiplicati. A cominciare dalle procedure burocratiche.

«Quando non esistevano le autorità portuali – ha ricordato Giuseppe Camorani, titolare dell’agenzia marittima Intramar – Salerno dipendeva da Napoli e i tempi per risolvere qualunque problema, anche il più piccolo, erano lunghissimi mentre oggi, grazie alla presenza dell’Autorità portuale a Salerno si risolvono in poche ore. Se ci sarà questo accorpamento come potranno muoversi gli operatori e come – si è chiesto Camorani – sarà diretto il nostro porto con questa centralizzazione? Questa – ha spiegato – è la nostra preoccupazione principale perché da punto di partenza diventeremo un tassello che insieme ad altri tasselli dovranno formare un unico mosaico. E questa cosa ci fa paura». Il timore è che la crisi che investe da tempo il porto di Napoli possa ricadere anche sul nostro porto «che ha dimostrato con i fatti la sua crescita in questi anni».

Dunque sarà battaglia «per difendere le posizioni del nostro porto» ha annunciato Giuseppe Fabbricatore, rappresentante di Assospena e presidente dell’associazione salernitana degli spedizionieri doganali. «Stiamo combattendo da mesi contro questo accorpamento ma – ha evidenziato – nessuno ci ha dato ascolto. A cominciare dalle istituzioni che non si sono battute fino in fondo per difenderci, mentre altre Regioni sono riuscite ad ottenere qualcosa. Comunque – ha proseguito – il futuro non è ipotecabile, aspettiamo il corso degli eventi». Il decreto, infatti, ora dovrà passare all’esame delle commissioni parlamentari . «Speriamo – è stato l’auspicio di Giuseppe Vitale, titolare della Vitale Luigi srl – che non succeda nulla di tutto ciò. In caso contrario, immaginiamo almeno che si darà comunque un futuro sicuro a tutti i porti campani perché abbiamo dimostrato di saperci autogestire grazie alla collaborazione di tutti gli operatori portuali».

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