Nessun patto delinquenziale Archiviazione per Santoro

Le vicende contestate all’ex comandante della Forestale non facevano parte di un piano organizzato insieme al marito e ad altre tre persone

CAPACCIO PAESTUM. Non vi è prova di un accordo stabile per la commissione di più reati contro la pubblica amministrazione: il pm chiede l’archiviazione del procedimento principe contro Marta Santoro, 53 anni, l’ex comandante della stazione forestale di Foce Sele. La richiesta è stata accolta dal gip Renata Sessa del tribunale di Salerno che ha emesso un proprio decreto ora diventato esecutivo.

Si chiude cosi una pagina di cronaca giudiziaria della cittadina dei Templi. Con la sovrintendente sono state archiviate le posizioni di altri quattro coimputati. L’archiviazione interessa anche il marito della Santoro, Antonio Petillo, 50 anni, anche lui in forza al Corpo forestale dello Stato, Antonio Rinaldi, 50 anni, già comandante della polizia locale, Carmelo Pagano, 53 anni, e Giuseppe Esposito, 53. Già lo scorso febbraio, la procura della Repubblica di Salerno aveva avanzato richiesta di archiviazione per mancanza di elementi di prova. Allora si disse di singoli episodi posti in atto dalla Santoro, una volta con il marito e altre con Rinaldi, che escludevano a priori l'ipotesi del reato associativo. Gli episodi contestati alla Santoro, difesa dall’avvocato Michele Sarno, sono legati, tra l’altro, alla vicenda dell’imprenditore Giuseppe Mandetta, che è tra quelli che fece denuncia contro la sovrintendente, affermando di aver pagato in cambio di omissioni di controlli su abusi edilizi e occupazione di aree pubbliche. La sua denuncia, insieme a quelle di alcuni imprenditori capaccesi, fece scattare l’inchiesta per concussione e tentata estorsione che nel dicembre 2012 portò all’arresto della Santoro e di suo marito.

La stessa pubblica accusa, nello stesso procedimento, ricostruendo i presunti episodi relativi all’ex comandante Pagano, rilevava come su di lui vi fossero solo dei sospetti, perché nella vicenda non risultano richieste di denaro. Inoltre, i sequestri per i quali si procedeva, risultano convalidati dall'organo giudiziario. A marzo, intanto, la Santoro è stata rinviata a giudizio per concussione dal gip Pietro Indinnimeo per la vicenda di un’area di sosta per camper e roulotte realizzata su suolo demaniale. Un procedimento avviato sempre dalla denuncia di Mandetta che, in questo caso, è finito lui stesso imputato di corruzione insieme alla Santoro ed altri.

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