Neonato morto nell’incubatrice, tutti prosciolti i sanitari della clinica “Villa del Sole”

Non fu colpa dei medici, né di una carenza nell’assistenza infermieristica, se nel maggio del 2013 il piccolo Giuseppe morì dopo pochi giorni di vita in una culletta della clinica “Villa del Sole”....

Non fu colpa dei medici, né di una carenza nell’assistenza infermieristica, se nel maggio del 2013 il piccolo Giuseppe morì dopo pochi giorni di vita in una culletta della clinica “Villa del Sole”. Così ha stabilito ieri mattina il giudice Bruno de Filippis, firmando un provvedimento che proscioglie da ogni accusa i cinque sanitari (medici e infermieri) che erano finiti sotto inchiesta. Negli atti del procedimento si parla di una terapia fototerapica in incubatrice che non sarebbe stata necessaria, ma si evidenzia pure che le indagini non hanno consentito di individuare alcun nesso tra le decisioni dei “camici bianchi” e il decesso del neonato. Il suo sarebbe uno dei casi di “morte in culla”, dovuta forse a un rigurgito o a un altro evento giudicato imprevisto e imprevedibile.

Erano gli ultimi giorni del maggio di due anni fa quando il piccolo fu trovato senza vita. In quella stessa giornata era previsto che sia lui che la mamma fossero dimessi e potessero tornare a casa, ma all’alba il cuoricino di Giuseppe si era già fermato. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il personale sanitario si sarebbe recato al nido alle 4 di mattina, per i consueti prelievi di sangue e il cambio dei pannolini; ma un’ora dopo, quando alle 5 i camici bianchi sono tornati alle cullette, il bambino è stato trovato privo di vita. Per i genitori è stato choc. Nel loro appartamento di Lioni, in provincia di Avellino, era già tutto pronto per accogliere Giuseppe e nulla, al momento della nascita, aveva fatto presagire che quella gioia potesse tramutarsi in tragedia. Sei mesi fa il giudice aveva chiesto un supplemento di indagini, ieri la decisione di archiviare il procedimento. (c.d.m.)