Nelle sale Benvenuti al NordRisate da Castellabate a Milano

Di un successo come è stato "Benvenuti al Sud" (30 milioni di incasso) non si butta via niente, tantomeno il sequel. E così arriva nelle sale, oggi, con la forza di 800 copie distribuite da Medusa "Benvenuti al Nord", stesso cast, stesso regista, Luca Miniero, e stessa storia declinata geograficamente a Milano. Stereotipi e gag a gò-gò, per dire quanto siano diversi e "uguali" gli italiani a nord e a sud, ma anche, in aggiunta, un pizzico di attualità con una sorta di metodo Marchionne da applicare per velocizzare quelle poste italiane che danno impiego ai protagonisti del film. Tornano così Claudio Bisio e Alessandro Siani, i due eroi di "Benvenuti al Sud", nel film prodotto da Cattleya per Medusa Film in collaborazione con Sky Cinema e Mediaset Premium con una sceneggiatura doc tutta italiana di Fabio Bonifacci e Miniero (pur essendo ancora basata sul francese "Bienvenue chez les Ch'tis" diretto da Dany Boon).
Questa la storia. Il pigro Mattia (Siani) è in crisi con la moglie Maria (Valentina Ludovini) e così, per riconquistarla, si ritrova trasferito da Castellabate a Milano dove raggiunge l'amico Alberto (Bisio), anch'egli in crisi con la moglie Silvia (Angela Finocchiaro) che si sente trascurata dal marito troppo milanesemente lavoratore. A metterci lo zampino è anche Paolo Rossi, manager delle poste che si ispira a Marchionne, che vuole velocizzare il servizio a tutti i costi e coinvolge ancora di più lo stakanovista Bisio. Fatto sta che la vicinanza del napoletanissimo Siani e del milanesissimo Bisio in una Milano professionale, ma non troppo grigia, creerà una sorta di miracolo. Ovvero renderà il primo più milanese di quanto si possa immaginare e il secondo un po' napoletano.
"Non penso che questo film deluderà chi ha visto il primo, Enrico Berlinguer avrebbe detto è il rinnovamento nella continuità - dice, con ironia, Bisio - E' un film che raccoglie un po' la summa di tutto quello che amo fare, una commedia intelligente, scritta bene e non volgare". "Al metodo Marchionne - spiega il regista del film - viene contrapposta una Milano del cuore che però offre una opportunità al napoletano Siani". Paolo Rossi, che ha regalato al film forse i momenti più divertenti, spiega: "In realtà volevo fare Brunetta, ma mi hanno fatto fare Marchionne. Per prepararmi mi ero fatto la barba, mi ero messo un Rolex al polso e, per ambientarmi, mi sono ritrovato in una manifestazione Fiom e hanno cominciato a guardarmi male. Insomma il travestimento era riuscito". Da Riccardo Tozzi della Cattleya anche la notizia della remota possibilità che, come in uno scambio di cortesie tra Italia e Francia, "Benvenuti al Nord" diventi a sua volta un remake Oltralpe: "In realtà i francesi hanno chiesto di vedere il film e chissà, potrebbe anche accadere".
Dal cinema alle librerie. "Noi napoletani siamo vittime di pregiudizi: i napoletani fanno tardi, sono scansafatiche, non sono affidabili". Dopo "Un napoletano come me" (Ed. Rizzoli - 2010) esce oggi "Non si direbbe che sei napoletano" (Ed. Mondadori), la seconda volta in libreria per il comico. In sintesi: La vita di un meridionale al Nord in un continuo slalom fra luoghi comuni e pregiudizi. Siani racconta le novità che un emigrante incontra quando decide di trasferirsi al Nord: un percorso fatto di continue scoperte e piacevoli sorprese, che l'attore affronta con arguzia e comicità.
Caratteristiche - e non è un luogo comune - che fanno del Sud Italia la parte più divertente del nostro Paese.