Nella terra dei rivoluzionari per godersi fichi e olio Dop

Chiese e palazzi nobiliari fanno da cornice all’antico borgo di Torchiara dove le botteghe sono protagoniste grazie a ceramica, ricami e ferro battuto

Fico bianco ed olio extravergine d’oliva, da soli costituiscono un ottimo motivo per raggiungere Torchiara, uno di quei borghi del Cilento che ha saputo conservare, nel tempo, un fascino discreto e genuino, come genuini sono i prodotti della sua terra. Il suo nome deriva dal latino Turris Clara, l’illustre tra le torri che la popolano, a partire da quella di origine longobarda situata al centro di un paese sostanzialmente diviso in due parti, una Soprana ed una Sottana. Secondo la leggenda, gli abitanti costieri che fondarono la comunità, costruirono sette roccaforti per proteggerla da eventuali incursioni nemiche. Li Pavoni, Li Gaifieri, Li Ciota, Li Galvani, Li Vacchiani, sono toponimi che si riferiscono ai proprietari locali, mentre la Croce, le Case Bianche, il Serrone, sono mutuati da alcune delle località che compongono il borgo. Passeggiando tra le viuzze del centro storico è facile ammirare esempi dell’architettura rurale minore e testimonianze di un passato nobiliare risalente al XVII-XVIII secolo, oltre ad edifici religiosi di stampo medievale. Palazzo Pavone, Palazzo Torre, la chiesa del SS. Salvatore, Torre Mangoni, la chiesa di San Bernardino (al cui interno si può ammirare l’olio su tavola che raffigura il Redentore tra i santi Bernardino e Antonio Abate), il palazzo De Conciliis (donato dall’omonimo barone all’amministrazione comunale), Palazzo De Vita, Palazzo Albini, Palazzo Mangoni, Palazzo Siniscalchi, la chiesa di Santa Barbara, Palazzo De Feo, la cappella di San Giuseppe, sono solo alcune delle mete da toccare lungo il cammino. Una sosta è d’obbligo presso la chiesa di SS. Salvatore, che risale al 1100. L’edificio religioso è composto da tre navate costellate da nicchie stuccate, statue in legno o in gesso, busti originari del Seicento e del Settecento. L’abside custodiva una tavola del 1577 raffigurante la Madonna con Bambino e San Giovannino, Santa Caterina d’Alessandria e Santa Maria Maddalena, mentre nella parte superiore spiccano San Pietro e San Paolo ai lati della Trasfigurazione. Oggi il polittico può essere ammirato presso il museo diocesano di Vallo della Lucania. Nella piazza principale dedicata a Sant’Antuono, si può notare una lapide che ricorda il luogo del raduno della colonna di rivoltosi che, al comando di Angelo Pavone, durante i moti insurrezionali, doveva raggiungere le altre a Vallo della Lucania. L’evento fu tramandato da tal Cola ’o paccio che nelle fiere cantava: «Si vuó sapé quanno se muvìa la nazione, foie li ricessetti re jennaro, primo tenende Minico Picone, ronn’Angilo Pavone lu generale». Oggi non ci sono più rivolte e generali, ma Torchiara brilla per il suo artigianato di qualità. Ceramica, pizzi, ricami e ferro battuto, ma anche merletti e lavori in legno, sono i protagonisti di un lavoro creativo e certosino che è possibile ammirare nella vetrina a cielo aperto del Solstizio d’estate, una manifestazione che si tiene tra luglio ed agosto, arricchita dalle Botteghe Turris Clara, una sorta di mercato dove trovano posto anche vini, olio, confetture e sottoli da assaporare in attesa della festa medievale. Non occorre invece aspettare l’impennata delle colonnine di mercurio per lasciar godere il palato assaggiando il tipico olio extravergine di oliva Cilento dop, derivante da una varietà importata dai Focesi, la Pisciottana. La tradizione vuole che si serva sull’acqua sale: biscotto di grano condito con origano e semi di pomodoro. Chi non resiste al dolce, non potrà invece fare a meno di affondare il palato nei fichi bianchi Dop, dalla buccia giallo chiaro, essiccati prima di essere messi in commercio farciti di mandorle, noci, nocciole e semi di finocchietto, cosparsi da bucce di agrumi o da cioccolato: un classico delle tavole natalizie e non solo. Tra gli appuntamenti da segnare in rubrica: la focara di Sant’Antuono con il concerto di ciaramelle (16 gennaio); l’antica processione di Sant’Antuono con la benedizione del pane e degli animali (17 gennaio); la festa patronale di Santa Barbara (la seconda domenica di luglio); la festa patronale di SS. Salvatore (il 5 e 6 agosto); la sagra dei fichi e del prosciutto con la mostra mercato di artigianato e prodotti agricoli (il terzo week end di agosto) e i concerti promossi nel periodo natalizio. Per saperne di più: www.comune.torchiara.sa.gov.it.(b.c.)

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