Nella gang un “insospettabile” di Vallo 

C’è anche un 32enne incensurato cilentano nella maxi operazione antidroga che ha portato a cinquanta arresti

NAPOLI. C’è un 32enne incensurato nato a Vallo della Lucania, tra gli oltre cinquanta arrestati nel maxi blitz anti camorra di giovedì scorso, condotto dai carabinieri in provincia di Napoli. A Francesco Vasaturo, finito in carcere, i pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli contestano un episodio nell’ambito di un giro di narcotraffico.
Il business dell’organizzazione capeggiata da Pasquale Fucito, ritenuto referente nel Parco Verde di Caivano del clan Ciccarelli-Sautto, per conto del quale gestirebbe l’affare cocaina in collegamento con i cartelli colombiani. Vasaturo è accusato di essere un mediatore nella compravendita della droga, ed anche uno degli staffettisti durante il trasporto della merce dall’Olanda in Italia. Reato in concorso con altri indagati e aggravato dall’aver agevolato la cosca.
Nell’operazione sono scattate le manette per il brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi, detto Marcolino: i magistrati gli addebitano soffiate e favori a Fucito, in cambio di denaro e regali. La coda dell’inchiesta porta a indagare, per omissione in atti di ufficio e rivelazione di atti coperti da segreto istruttorio, su altri quattro militari dell’Arma. Sono i presunti componenti della “squadra” di Cioffi, tutti però a piede libero.
Il nome del brigadiere arrestato, tuttavia, rimbalzò pure a margine dell’inchiesta sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Pollica, senza che fosse mai indagato. Otto anni fa una fonte lo indicò come uno dei carabinieri presenti ad Acciaroli nel giorno in cui fu ucciso il primo cittadino. Ma le verifiche della Dda di Salerno non trovarono riscontri all’ipotesi. A carico di Vasaturo, invece, risultano diverse intercettazioni ed un viaggio in Olanda lo scorso novembre. Una trasferta culminata, al rientro, nell’intervento in autostrada dei carabinieri, che da tempo controllavano il gruppo di presunti narcos. Il 25 novembre, poco prima dell’area di servizio Mascherone di Fiano Romano, Vasaturo fu bloccato a bordo di un furgone con targa olandese assieme a Raffaele Bianco. Il veicolo precedeva un furgoncino, sempre con targa del paese estero, guidato da Stefano Tjeerd Bianco, all’interno del quale furono rinvenuti 7,4 chili di cocaina, divisi in sei panetti. Al termine dei controlli Vasaturo e Raffaele Bianco furono rilasciati.
Ma nell’ordinanza di misura cautelare firmata dal gip Francesca Ferri, gli investigatori ricostruiscono le mosse del 32enne di origine cilentana sin dall’inizio. «Vasaturo parte con Fucito da Roma Fiumicino per Amsterdam ma il rientro lo farà via terra - afferma l’informativa del reparto operativo del nucleo investigativo dei carabinieri di Napoli -. Ed infatti, sarà a bordo dell’autovettura Audi che funge da staffetta al trasporto del narcotico a bordo del Fiat Doblò condotto da Bianco Stefano. In auto, con lui, vi è il fratello del corriere, Bianco Raffaele. Tutte le peoccupazioni per la sua sorte e la conferma del suo ruolo si registrano in diretta durante le fasi del controllo da parte dei carabinieri, allorquando si perdono i contatti telefonici con lui e la moglie (non indagata, ndr). Anche Vasaturo è preoccupato per Bianco Stefano e del suo mantenimento. La conferma si ha peraltro allorquando viene rilasciato dai carabinieri e manifesta la sua preoccupazione per un possibile arresto successivo e, dunque, valuta la possibilità di allontanarsi dall’Italia».
Il giudice, nell’accogliere la richiesta di carcerazione, sottolinea la «professionalità e disinvoltura del Vasaturo» nella condotta incriminata. Azioni giudicate non occasionali per una serie di indizi, tali da rendere inevitabile il ricorso alla custodia in cella.
Gianmaria Roberti
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