IL FATTO

Nell’impianto ex Yele arrivano i rifiuti

EcoAmbiente affida il progetto di riutilizzo del sito di Casal Velino: sarà il punto di raccolta del pattume dei centri cilentani

CASAL VELINO - Una roccaforte del pattume a servizio del Cilento, il quartier generale del ciclo dei rifiuti nel profondo Sud del Salernitano vedrà la luce nello stabilimento dimenticato. È l’impianto di Vallo Scalo, a Casal Velino, che s’appresta a diventare il crocevia meridionale della filiera pubblica della spazzatura “made in Salerno”. Dalle mani del Tribunale a quelle della “EcoAmbiente”, la società pubblica con le mani nei rifiuti, amministrata dal commissario liquidatore Vincenzo Petrosino che, nelle scorse ore, su mandato dell’Ente d’Ambito, ha affidato a due ingegneri salernitani, Paolo e Giuseppe D’Acunzi , la progettazione del revamping e della ristrutturazione dell’impianto.

Una piattaforma che “EcoAmbiente” vorrebbe utilizzare per mettere “mani pubbliche” su una filiera, quella del cosiddetto “rifiuto nobile”, che nel Salernitano è prerogativa esclusiva dei privati: è il ciclo di quel multimateriale - plastica, alluminio et similia - che ad oggi alcuni sindaci si ritrovano costretti a “svendere” - o addirittura a regalare ai “signori della spazzatura”. Il multimateriale prima di tutto, ma ai piani alti degli uffici di via Migliaro, a Salerno, non s’esclude d’aprire le porte della piattaforma pure al sacchetto nero dell’indifferenziato che, ad oggi, viene conferito all’unico ricettore pubblico del “tal quale” secco: l’ex Stir, oggi sito di trattamento meccanico e biologico del pattume, di Battipaglia. A Vallo Scalo un “micro-Tmb” a servizio del Cilento. Tutto dipende dai fondi che l’Eda, presieduto da Giovanni Coscia e diretto dall’ex “super-funzionario” della Provincia, Bruno Di Nesta , e la “EcoAmbiente” riusciranno ad intercettare dal Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020, gestito dalla giunta regionale. Sul piatto - e se n’è parlato durante diversi incontri - ci sono 950mila euro, più che alla portata. In cambio di 30mila euro, i D’Acunzi dovranno ultimare entro il 22 febbraio la progettazione. E il responsabile unico del procedimento è proprio il capo-impianto dell’ex Stir di Battipaglia, Maurizio Buccella . Una storia sfortunata, quella dell’impianto di Casal Velino, ridotto a parcheggio dei camion abbandonati della “Yele”.

La piattaforma, capace di trattare 15mila tonnellate di rifiuti l’anno, fu edificata in virtù di un’ordinanza del 1997 a firma dell’allora commissario per l’emergenza rifiuti Antonio Rastrelli . Poi passò nelle mani del Consorzio Salerno 4 e della sua partecipata - quella “Yele” fallita nel 2018 che nel 2010 ottennero dalla Regione l’autorizzazione a selezionare il secco - il sacchetto nero, appunto - : i lavori richiesti da Palazzo Santa Lucia, però, non furono mai eseguiti e, nel 2015, senza collaudo, la licenza fu revocata. Ora la nuova vita, nel parcheggio dei camion - fermi ai box - della “Yele”. Ipotesi che non piace alla sindaca Silvia Pisapia , che più volte ha auspicato la dismissione totale dell’impianto. Invano.