Nell’Agro l’usura scopre il microcredito 

Nella rete dei tassi altissimi finiscono sempre più casalinghe disperate per la spesa, famiglie e piccoli imprenditori

NOCERA INFERIORE. L’usura scopre il microcredito e strozza anche casalinghe, famiglie e piccoli imprenditori dell’Agro nocerino. Ormai siamo al prestito per fare la spesa settimanale, il regalo per un matrimonio, pagare le tasse o un fornitore. Il microcredito usuraio va di solito dai 50 ai 10mila euro di spese iniziali. Tutto inizia con piccole somme e i tassi di interesse che vanno dal 10 al 20 per cento al mese e ricapitalizzazione mensile. In pratica su un prestito di mille euro si dovrà pagare dopo 30 giorni un interesse di 200 euro e se non lo si paga il mese successivo il capitale da rimborsare sarà di 1200 euro più 240 euro di interessi per un totale pari a 1.440 euro, che dopo tre mesi diventeranno 1.728 euro e dopo quattro mesi 2.073 euro. Praticamente in quattro mesi il prestito si raddoppia, diventando sempre più impossibile da pagare. Su base annua l’importo da restituire arriva a moltiplicarsi di 10-15 volte.
Le vittime sono le più diverse. C’è la casalinga che per fare la spesa ha preso 100 euro un sabato sera e ne ha dovuti restituire 1.500 dopo un anno. Piccoli imprenditori che per pagare le tasse locali o un fornitore oppure per ottenere documenti di regolarità fiscale necessari per partecipare a bandi pubblici o a piccoli appalti nei comuni ricorre al microcredito usuraio, trovandosi in pochi anni sul lastrico. Nei guai pure piccoli artigiani ai quali non è stata pagato un lavoro o lo sarà in ritardo, lavoratori stagionali, imprenditori in difficoltà temporanea o con lo “scoperto in banca esaurito”. Spesso, si chiede l’intervento dello strozzino perché è celere nel dare i soldi (meno di 24 ore).
Il mercato più florido dell’usura si trova nelle aree popolari e di campagna. L’usuraio ha il volto del vicino di casa, della vicina, del parente che fa da “bancario” con soldi che in realtà non sono i suoi. Spesso gestiscono soldi dati da professionisti e imprenditori, di provenienza illecita (il più delle volte dall’evasione fiscale) al quale corrispondere un interesse annuo del 30 per cento. Si tratta di piccoli o medi malavitosi o loro parenti, con amicizie più sbandierate che reali con qualche nome altisonante della criminalità organizzata, ma in verità semplicemente anello di congiunzione tra le cosiddette “persone perbene” dell’Agro che hanno decine e decine di milioni di euro evasi al fisco da investire e chi non riesce ad avere accesso al credito.
A Nocera Inferiore questo microcredito usuraio è diffuso a Montevescovado e Piedimonte, nelle zone più popolari del centro storico. A Pagani nel quartiere Arancio, nelle cosiddette palazzine. Un sistema che ad Angri e Scafati, dove assume le dimensioni di una piaga ed è trasversale a varie fasce sociali. E il più delle volte a prestare soldi ci si rivolge anche a cravattari di Torre Annunziata, Sant’Antonio Abate e Castellammare di Stabia. A Sarno, San Marzano e San Valentino il fenomeno è più legato al mondo dell’agricoltura e delle attività relative.
Salvatore De Napoli
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