L’OPERA

Nel “Martirio di Pulcinella” contemporaneità e tradizione

SALERNO. La pittrice Aurora Cubicciotti coniuga le istanze della sensibilità artistica della contemporaneità con la tradizione, soprattutto con l’arte del XVII secolo, e ciò è visibile un po’in tutta...

SALERNO. La pittrice Aurora Cubicciotti coniuga le istanze della sensibilità artistica della contemporaneità con la tradizione, soprattutto con l’arte del XVII secolo, e ciò è visibile un po’in tutta la sua pittura. Nel dipinto “Il martirio di Pulcinella” l’artista propone la figura tragica di Pulcinella, il profeta ironico della coscienza meridionale e dell’attualità, martirizzato. Egli incarna il rifiuto laico del privilegio come diritto, della morale come etica e della provvidenza come conforto: è il personaggio che più s’accosta alla realtà della vita quotidiana senza mediazioni culturali, in modo istintivo e naturale. Pulcinella, come ricorda Romeo De Maio, incarna il genio del popolo attraverso la scienza del probabile, il senso del destino e l’ironia. Non è solo “maschera”. è l’incarnazione della libertà civile contro ogni forma di intolleranza. La società odierna lo ha messo in croce, lo ha martoriato e martirizzato: non è tollerabile la sua libertà. Non è tollerabile Pulcinella in questo clima arroventato da polemiche continue sul senso della libertà, su cosa essa significhi, su cos’è o non è. Egli pone tante domande: vuole capire. È un personaggio scomodo, per questo non merita di vivere. La sua curiosità è nociva per i potenti di turno, dev’essere condannato a morte, senza appello. Ed eccolo, il nostro Eroe del Popolo: anch’egli messo in croce, ancora conserva sul viso la propria maschera, estremo simbolo di un’identità negata, anche sul patibolo. (g. p.)