Nel Giardino della Minerva piante officinali dalla Cina

I semi dell’Aquilaria sono in arrivo a Salerno da una città vicina a Pechino Si arricchisce il patrimonio arboreo legato ai saperi della Scuola Medica

SALERNO. Come sulla via della Seta e delle spezie - che nel Medioevo con Marco Polo contribuì a rafforzare i traffici tra il nostro Mediterraneo e l'Oriente - piante officinali giungeranno a Salerno direttamente dalla Cina e verranno messe a dimora nel Giardino della Minerva. Tra queste c’è il mitico “legno d'aloe” (Aquilaria agallocha Roxb.). «Siamo in contatto con l'Orto botanico di una città che si trova ad un centinaio di chilometri da Pechino - spiega Luciano Mauro, conservatore del Giardino - che potrebbe fornirci questi semi. L'Aquilaria era conosciuta ed utilizzata da Matteo Silvatico».

Il Medico dell'almo collegio salernitano, al capitolo 30 del suo "Opus pandectarum medicinae" così descriveva la pianta: «Lignum aloes: albero da cui si fanno gli altari perché è profumato. Si trova nel grande fiume della Babilonia superiore, cui si congiunge il fiume dell'Eden. Alcuni dicono che vi è condotto dalla spinta del fiume a partire dagli alberi del paradiso terrestre. Nessuno tuttavia si tramanda abbia visto l'origine di quest'albero».

Dall'Aquilaria si ricava una resina molto profumata usata per aumentare le funzioni cerebrali, equilibrare la connessione mente-corpo e il sistema nervoso. Un patrimonio arboreo che va crescendo sempre di più quello dell'orto botanico salernitano, direttamente legato ai saperi dell'antica Scuola Medica che in loco trovava non solo valenti studiosi ma orti e giardini dove era possibile approvvigionarsi di specie vegetali di non facile reperimento. Una farmacia della natura che «raccoglieva piante da tutto il mondo conosciuto - prosegue Mauro - quindi di Europa, Asia e Africa, poiché le Americhe non erano ancora state scoperte. In maniera coerente stiamo cercando di accrescere la lista delle piante che abbiamo nel nostro orto, ampliando sempre più non solo il numero ma anche la geografia di provenienza».

Al momento sono 219 le specie messe a dimora. Si punta ad arrivare a 500, più o meno quante ne contemplava il "viridario" che fu proprietà della famiglia Silvatico sin dal XII secolo, come testimonia una pergamena conservata nell'archivio della Badia di Cava de'Tirreni. In seguito, nel primo ventennio del 1300, il maestro Matteo Silvatico vi istituì il nostro Giardino dei semplici, antesignano di tutti i futuri Orti botanici d'Europa. L'elenco completo e sempre aggiornato delle piante che oggi esso ospita, è consultabile sul sito www.giardinodellaminverva.it, dove le specie vengono presentate sia con il nome scientifico sia con quello volgare.

Paolo Romano

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