Nel centrodestra è l’ora dei veleni

Il presidente Caldoro ammette gli errori, ma accusa De Luca «È riuscito a mettere zizzania nel campo avversario»

Dietro la decisione di alcuni esponenti del centrodestra di votare per Giuseppe Canfora e non per Giovanni Romano alle recenti elezioni provinciali ci sarebbe lo “zampino” di Vincenzo De Luca. Almeno questa è l’opinione del presidente della Regione Stefano Caldoro. «Il centrodestra ha avuto le sue responsabilità per non essere riuscito a restare unito - ha detto - Tuttavia c’è stato anche il lavoro del sindaco De Luca, che è un esperto comunista ed ha una grande capacità di mettere zizzania nel campo avverso. E’ riuscito - aggiunge - ad infilarsi nel punto debole del centrodestra e a dividere il fronte riuscendo ad acuire le divisioni. Il centrodestra avrebbe avuto il tempo di ricomporsi se non ci fosse stata l’azione tenace ed esperta di un comunista come De Luca». Insomma Caldoro riconosce che qualcosa non è andato per il verso giusto, ma attribuisce la colpa al suo nemico numero uno.

Ma se il presidente prova a gettare acqua sul fuoco, ci pensa l’ex presidente della Provincia Edmondo Cirielli a riaccendere gli animi.

Il deputato in una nota su Facebook non esita a definire «imbecilli» coloro che non hanno votato per l’assessore regionale. «La serietà di Giovanni Romano - scrive nella nota - non è stata ripagata, qualche traditore del centrodestra o venduto di De Luca ha pensato di scaricare così le sue frustrazioni. Non siamo più nel campo della politica, ma della psichiatria politica». Un duro attacco quello del parlamentare che però sottolinea come «non tutti quelli di Forza Italia hanno tradito, anzi i vertici provinciali hanno voluto fortemente l’alleanza e proprio loro avevano individuato Romano, cosa di cui darò loro sempre atto. I primi ad essere stati traditi sono stati proprio loro».

Quindi ribadisce: «La nostra marcia per l’unità del centrodestra continua e non sarà qualche imbecille a fermarla. Dal nostro canto non possiamo non gioire per aver dimostrato con il nostro 19% che siamo di gran lunga il più forte partito del centrodestra salernitano e il secondo partito provinciale dopo il Pd. Alle Regionali saremo pronti per una nuova sfida al malgoverno di Renzi e compagni».

Alle accuse di Cirielli replica direttamente il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, tra coloro accusati di non aver rispettato l’accordo.

Ed il primo cittadino di certo non ha peli sulla lingua. «I feroci attacchi dell’onorevole Cirielli - scrive - sono l’ennesima dimostrazione dell’arroganza di chi in questi anni ha sfasciato e unito il centrodestra nella provincia a seconda delle proprie convenienze. La sconfitta di Giovanni Romano - aggiunge - è solo una sua responsabilità, è chiaro che nella sua strategia doveva essere l’agnello sacrificale».

Secondo Aliberti, con il risultato di domenica, «è finita un’epoca» e per questo invita gli amministratori di centrodestra ad aderire a Forza Italia.

«Noi - spiega - siamo uomini e donne di centrodestra liberi, ci rivediamo in Berlusconi e in Mara Carfagna. Non consentiamo al “Colonnello” di darci lezioni di morale sul concetto di tradimento. E questa volta non cadremo nella trappola di chi crea cavalli di Troia in Fi per continuare a perseguire logiche di potere che non ci appartengono».

Sembra a questo punto difficile pensare ad una ricomposizione del centrodestra nonostante l’impegno del coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Michele Cuozzo che assicura come l’obiettivo sia quello di «unire il centrodestra nell’interesse dei salernitani».

«Per noi - spiega l’ex assessore provinciale - l’appuntamento regionale è fondamentale. Il risultato è evidente: il centrodestra unito in provincia di Salerno è maggioranza assoluta, vale la pena di ricordare a noi stessi che quando il diavolo accarezza vuole l’anima».

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