EDIFICI STORICI

Nel ’600 delle Botteghelle spunta Dioniso

Palazzo D'Avossa, nel centro storico di Salerno, racchiude nel suo interno dipinti allegorici e statue

Palazzo D’Avossa si trova in via Botteghelle, una strada secondaria del centro storico salernitano messa in ombra dall’apertura parallela di via Duomo. Attualmente è la sede della Soprintendenza ai Baaas di Salerno, ma dell’edificio non esiste una vera e propria biografia, se non alcuni documenti che testimoniano il carattere seicentesco del palazzo. Ricerche specifiche hanno consentito di ricostruire la storia dello stesso. La prima data che risalta è quella del 1711.
In quell’anno venne fatto l’inventario dei beni mobili e stabili di Prospero Della Calce, nobile salernitano allora deceduto. In queste carte si parla proprio del Palazzo che noi conosciamo, in quanto la descrizione della sua ubicazione ed una serie di particolari della struttura non lasciano dubbi in proposito.
Attraverso gli atti del tempo è possibile ricavare notizie sulla storia e la configurazione dello stabile. E’ ipotesi fondata che il palazzo prima dei D’Avossa fosse la dimora dei Della Calce e questa passaggio di proprietà dovrebbe essere avvenuto non prima del terzo quarto del XVIII secolo.
Facendo dei confronti con i documenti raccolti e con l’attuale configurazione del palazzo, si evince che la suddetta è rimasta identica. Esso è composto da almeno due palazzi autonomi separati da un vicolo, collegati con passetti, come se quello maggiore si estendesse naturalmente su quello che si trova in basso. In effetti, l’intero piano nobile occupa l’area di entrambi gli edifici e questo fa pensare a dei lavori svolti dal maestro fabbricatore Leone lovine negli anni quaranta del diciottesimo secolo.
Gli appartamenti dei piani inferiori avevano, come hanno, ingressi autonomi con uno sviluppo molto più limitato. Il primo piano sopra il portone principale costituiva un appartamento autonomo che affacciava sulla strada ed era fornito di un proprio ingresso, mentre oggi è parte integrante degli uffici della Soprintendenza. Il portale principale, ampio e decorato con conci marmorei e motivi a treccia con al centro lo stemmo marmoreo dei D’Avossa, sembra risentire maggiormente dello stile neoclassico. Questo aspetto si riscontra anche in altri episodi decorativi, fra cui spiccano con forza le statue del cortile, che rappresentano lo sfoggio di un adeguamento culturale, collegato ai profondi cambiamenti che si verificarono proprio a cavallo del XIX secolo.
Un gusto legato ad una cultura di tipo neoclassica archeologica. E questo è riscontrabile sia nella statua raffigurante Dioniso, che in quella che raffigura una figura muliebre romana, così come nella "Leda con il cigno". Poi c’è la statua che si trova nelle scale: un uomo barbuto con un nodoso bastone in mano, quest’ultima di fattura tardogotica.
Sul lato destro dell’ingresso è collocata la scala impostata secondo una visione seicentesca geometrica con rampe rettilinee collegate da ballatoi intermedi. Nei piani intermedi delle scale sono collocati dei mascheroni spegnifiaccola. Sul piano nobile, si arriva al lato trasformato con ampi Saloni in luogo di rappresentanza, oggi uffici del Soprintendente. Spicca un’antica decorazione e un dipinto sul soffitto del camerino raffigurante la "Immacolata" ed un dipinto che copre il soffitto dell’anticamera, raffigurante "l’Allegoria dell’Abbondanza". Il salone principale presenta un palchetto all’ingresso con una serie di puttini a rilievo in stucco. Gli altri due piani corrispondono ad innalzamenti del XIX e XX secolo, sfruttando il piccolo appartamento al di sopra del piano nobile destinato alla servitù.
Luca Visconti