La produzione

Nei suoi affreschi non mancano deliziosi e “veloci” paesaggi

EBOLI. Ottavio Paparo fu artista mediocre, ma ben visto dai Francescani dato che nei loro conventi a Sud di Salerno, a Eboli, a Polla e Padula, lo incaricarono di dipingere lunette con “Storie di S....

EBOLI. Ottavio Paparo fu artista mediocre, ma ben visto dai Francescani dato che nei loro conventi a Sud di Salerno, a Eboli, a Polla e Padula, lo incaricarono di dipingere lunette con “Storie di S. Francesco” nei rispettivi chiostri. Egli, com’era consuetudine nell’arte dell’età della Controriforma, ebbe sicuramente alle proprie spalle un teologo che conosceva la vita del Santo di Assisi. Stilisticamente fu un artista che oramai non apparteneva più al gusto rinascimentale del “sabatinismo”, come invece erroneamente è stato affermato. Quando il Paparo firmò gli affreschi di Padula, nel 1594, Sabatini era morto da ben sessantaquattro anni (nel 1530) e la vicenda storico-artistica italiana e anche meridionale, come è stato ben messo in rilievo, ad esempio, da Pierluigi Leone De Castris, Ferdinando Bologna, Francesco Abbate, era cambiata radicalmente, anche per un pittore modesto come il Paparo. L’artista ebolitano appartenne alla devozionalità iconografica tardo manierista di età controriformata, con ben altri riferimenti stilistico-pittorici e altri protagonisti. Inoltre, negli affreschi francescani del Paparo, non mancano deliziosi e “veloci” paesaggi che ritroviamo ai margini laterali di alcune lunette, con piccole case e minuscoli borghi, alberi e ruscelli. E’ il sintomo di un precoce “gusto” paesaggistico, in linea con l’arte del periodo. (g. p.)