«Necessario potenziare Malattie infettive»

Dura denuncia delle associazioni: «Un episodio scandaloso che impone una seria riflessione»

Morte del 42enne sieropositivo al “Ruggi”: le associazioni da sempre al fianco dei pazienti affetti da Hiv e quelle più impegnate nella lotta a d ogni tipo di discriminazione chiedono - in una nota diramata ieri in cui definiscono il decesso avvenuto «assurdo e scandaloso» - che «la Magistratura vada fino in fondo per chiarire l’accaduto e alla dirigenza dell’ospedale salernitano di aprire momenti di confronto e di collaborazione per affrontare insieme, attraverso impegni e strumenti concreti, tutto il dramma delle persone sieropositive e dei loro familiari».

Il grave episodio avvenuto ieri l’altro all’ospedale di via San Leonardo ha inevitabilmente riportato al centro del dibattito cittadino la questione relativa alla gestione del reparto Malattie infettive del presidio salernitano.

«L’assenza di posti letto e l’incapacità organizzativa, le condizioni fatiscenti del pronto soccorso, sembrano solo alcuni dei motivi alla base del decesso - scrivono nel documento a firma congiunta Luigi Scognamiglio, di “Esseoesse - Solidarietà Sieropositivi”, Margherita Errico, di Nps Campania, Francesco Napoli, de “La vita dentro” e Ottavia Voza, di Arcigay Salerno - le cui cause oggettive saranno chiarite nei prossimi giorni dagli organismi preposti. Resta l’indignazione e la rabbia per l’ennesimo abuso ai danni di una persona sieropositiva, tra l’altro senza fissa dimora». Le associazioni da anni continuano a chiedere che al “Ruggi” «siano ripristinate le condizioni minime di assistenza sanitaria, che si pervenga ad una reale collaborazione tra i diversi reparti della struttura e che si attuino protocolli e strategie di sostegno ai pazienti e ai loro familiari». E denunciano: «Non vengono accettate le proposte di collaborazione venute dalle associazioni come non vengono consentiti ricoveri in altro reparto dei pazienti, pur sieropositivi, che accedono alla struttura per altre ragioni di salute. Il numero di posti letto, solo sei, appare assolutamente inadeguato rispetto ad una struttura tra le più grandi del Mezzogiorno, cui afferiscono ogni giorno decine e decine di pazienti in terapia».

Tale condizione di «disastro sanitario» si inscrive - affermano - «in una più ampia questione regionale, vista l’assenza di posti letto anche nelle altre strutture della Campania, che non hanno potuto accogliere il paziente deceduto dopo oltre una giornata di attesa al pronto soccorso salernitano».

Da chiarire, nei prossimi giorni, per le associazioni, resta «il dramma di chi, fragile tra i più fragili, si vede negato il diritto alla salute e alla vita». Perchè «pregiudizi, stereotipi, scarsa informazione e scarsa preparazione degli operatori sanitari - concludono - sono certamente ulteriori ragioni che amplificano il disagio di quanti, già gravati da un percorso di vita complesso, sono costretti a subire ulteriori discriminazioni».

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