ospedale “ruggi”

Nascono tre gemelline «Un evento eccezionale»

Triplice fiocco rosa nel reparto Gravidanza a rischio dell’ospedale “Ruggi”. Sono nate tre gemelline, un evento eccezionale non solo perché le gravidanze trigemine non sono diffuse ma soprattutto per...

Triplice fiocco rosa nel reparto Gravidanza a rischio dell’ospedale “Ruggi”. Sono nate tre gemelline, un evento eccezionale non solo perché le gravidanze trigemine non sono diffuse ma soprattutto per come la gravidanza si è impiantata.

«La eccezionalità dell’evento - spiega il dottore Raffaele Petta, direttore della Unità operativa complessa della Gravidanza a rischio - è dovuto al fatto che inizialmente le gemelline erano due, poi una ha “splittato” cioè si è duplicata di modo che si sono generati due gemelli identici, nutriti dalla stessa placenta. Questo ha comportato che una delle gemelline donasse sangue all’altra. Di conseguenza una cresceva di più, l’altra di meno. Una situazione del genere può portare anche alla morte di uno dei feti per cui la mamma è stata costantemente seguita e monitorata con le più moderne tecniche che comprendevano la flussimetria, lo studio del profilo biofisico fetale e la cervicometria». Le piccole (Ludovica del peso di 2.140 grammi, Raffaella di 1.740 grammi e Benedetta di 1.190 grammi) sono nate mercoledì scorso alla 34° settimana, l’equipe operatoria era composta dai dottori Raffaele Petta e Mario Polichetti e dalla anestesista Flora Minichino. La mamma Patrizia Giannatiempo, salernitana di 33 anni, sta bene come le sue tre bambine che ieri sono state “stubate”. Il papà Sabatino Grieco ha seguito da vicino tutte le fasi della gravidanza fino alla nascita. «La gravidanza trigemina si verifica in un caso su 6.400 e nel reparto di Gravidanza a rischio sono state seguite molte gravidanze trigemine - spiega Petta - questa però ha avuto il carattere dell’eccezionalità».

Nel reparto viene e seguita una media di 500 interventi all’anno per diverse patologie. Presto ci saranno novità nella diagnostica prenatale: nel giro una quindicina di giorni nel reparto si potrà eseguire un esame, la translucenza nucale, (accreditato dalla Fondazione di Londra diretta dal professore Nicolaides) che consente di identificare con grande anticipo i feti a rischio per sindrome di Down. Entro quattro mesi si potrà effettuare il prelievo dei villi coriali per la diagnosi di malattie cromosomiche.

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