IL BLITZ

Napoli, estorsioni per le famiglie dei carcerati: 8 arresti

La vittima era costretta a consegnare al clan circa 3mila ero al mese

NAPOLI - "Da oggi in poi qua comandiamo noi" e per stare tranquillo, un noto panettiere titolare di vari negozi tra Napoli e provincia, è stato costretto a consegnare, a fine mese, 3mila euro "quale tassa (mensile, ndr)" sui suoi guadagni "per contribuire alle 'mesate' (stipendi, ndr) per le mogli dei carcerati". È uno degli episodi estorsivi documentati tra i quartieri Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella di Napoli dai carabinieri della Compagnia Vomero che ieri hanno notificato otto provvedimenti di fermo emessi dalla DDA nei confronti di altrettanti presunti "emissari" di un gruppo malavitoso ritenuto dagli inquirenti "una sotto articolazione del clan Lo Russo". Non solo: dopo tre mesi gli "emissari" si sono rifatti vivi per aumentare la loro "tassa" da 3mila e 5mila euro, perché, hanno spiegato alla vittima, "...teniamo troppi carcerati da mantenere". Alla quota fissa di 5mila euro, inoltre, al commerciante è stato anche chiesto di aggiungere "...10 centesimi per ogni chilo di pane venduto", pena la sua estromissione "dal giro del pane" in favore del clan. I destinatari dei provvedimenti sono persone ritenute dalla Procura di Napoli soggetti di elevato spessore criminale, alcune già facenti del noto clan Lo Russo, altre giovani leve. Una delle vittime, vistasi incapace di sostenere una richiesta estorsiva da ben 7mila euro mensili, lo scorso 5 luglio ha presentato una denuncia ai carabinieri della Compagnia Vomero.

Il panettiere vittima delle richieste estorsive del gruppo malavitoso napoletano ritenuto una sotto articolazione del noto clan Lo Russo (detti "i Capitoni") è stato costretto a pagare quasi 12mila euro ai suoi aguzzini nell'arco di un breve lasso di tempo. Emerge dal provvedimento di fermo - notificato dai carabinieri della compagnia Vomero e dalla Polizia di Stato di Napoli - con la quale la Dda ha "neutralizzato" otto presunti estorsori. Per gli investigatori partenopei il clan Lo Russo è vivo, vegeto e pericoloso. A dimostrarlo è la sequela di episodi criminali - tutti allarmanti - che negli ultimi anni hanno riguardato i quartieri napoletani di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella: omicidi e tentati omicidi, oltre alle estorsioni ai danni dei commercianti.

I destinatari dei provvedimenti di fermo sono Salvatore Di Vaio, 48 anni, detto "Totore o' Cavallo", Cesare Duro, 21 anni, Alessandro Festa, 24 anni, Cosimo Napoleone, 33 anni, Vincenzo Pagliaro, 20 anni, detto "Vincenzo o' Pagliaro", Fabio Pecoraro, 26 anni, Giovanni Perfetto, 59 anni, detto "o' mostr ("il mostro", ndr) e Raffaele Petriccione, 25 anni, detto "Raffaele o' pazz". Al panettiere l'imposizione dell'aumento della "tassa" è stata formulata prima nel corso di un incontro in un bar e poi nell'abitazione di uno degli indagati, Giovanni Perfetto, alla presenza di tre dei destinatari dei provvedimenti di fermo notificati ieri da Carabinieri e Polizia. La vittima il 30 maggio ha consegnato ai suoi strozzini 7mila euro, 1835 euro per il pane venduto a giugno e il primo dello stesso mese (giugno) un acconto di 3mila euro dei 5mila previsti per il mese in corso, sempre giugno. Nei prossimi giorni è prevista l'udienza di convalida dei fermi, emessi dal pubblico ministero Maria Sepe e dal facente funzioni di procuratore Rosa Volpe.