«Napoli è un porto inefficiente»

Gallozzi in commissione regionale trasporti ha spiegato perché sarebbe un errore l’Autorità unica

«Con l’accorpamento del porto di Salerno nella Autorità di Napoli si allontana la gestione dello scalo dalle esigenze del territorio e, in particolare, se ne compromette la capacità di rispondere in tempo reale agli adeguamenti degli standard dei servizi export oriented, indispensabili per la crescita della nostra economia». Questa solo una delle esternazioni di dissenso all’ipotesi, ormai estremamente vicina a diventare realtà, che ieri Agostino Gallozzi, presidente di Salerno Container Terminal spa, ha manifestato nel corso dell’audizione presso la Commissione Trasporti della Regione Campania, svoltasi ieri mattina a Napoli.

L’imprenditore, nonchè patron del porto turistico salernitano, il Marina d’Arechi, nell’opporsi alla modalità di accorpamento paventata dal Governo ha difeso strenuamente quella che lui stesso ha chiamato «l’ipotesi originariamente formulata da Salerno», definendola «molto più avanzata rispetto a quella che immagina il Ministero e si pone in assoluta antitesi ad ogni visione localistica»; Gallozzi è dell’idea che «se si intende aggregare seriamente i porti in sistemi competitivi, si deve puntare alla creazione di non più di sei distretti della portualità e della logistica: Nord Est, Nord Ovest, Sud Est, Sud Ovest, Sicilia e Sardegna. Si sta procedendo, invece, ad accontentare quattordici porti che conservano l’autonomia, confermando l’idea che non sia l’accorpamento la soluzione dei problemi della portualità del Paese. Se questa è la direzione intrapresa – ha affermato Gallozzi – ancora più a maggior ragione non si comprende perché debba essere inutilmente penalizzato il porto di Salerno e depotenziata la regione Campania, con la perdita di una Authority, e per quale ragione le 14 autorità previste non possano essere 15, considerato che il porto di Salerno ha tutti i numeri per esserci».

E per avvalorare la sua tesi, il presidente di Salerno Container Terminal spa, ha aggiunto: «È bene ricordare che non è l’ accorpamento dei porti a favorire la crescita dei traffici portuali di un Paese: essa è, invece, legata alla crescita delle produzioni industriali e dei consumi in connessione con i mercati internazionali. Né la situazione italiana è paragonabile alle dinamiche portuali del Nord Europa che ha territorialmente un fronte di mare limitato, al servizio di una piattaforma continentale molto vasta, che si estende dalla Francia del nord fino alla Russia».

Nei giorni scorsi erano stati anche gli operatori del porto di Salerno – tra cui le ditte Amoruso Giuseppe spa, Rispel srl, Della Corte &C, Michele Autuori srl, Salerno Cruises srl e Salerno Stazione Marittima giusto per citarne qualcuna – si erano detti, in una lettera inviata al ministro Delrio e al governatore della Campnia, Vincenzo De Luca, propensi alla riforma della legge sulle Autorità Portuali ma totalmente contrari all’accorpamento del porto di Salerno.

«L’Autorità portuale di Napoli – ha concluso Gallozzi – ha dimostrato negli ultimi anni di non sapere badare a stessa, concentrando al suo interno molte delle criticità caratteristiche della portualità nazionale: pluri-commissariamenti; elevata evasione dei canoni demaniali; concessioni di lunghissima durata assegnate senza gara; perdita dei traffici; scarsa capacità di realizzare opere infrastrutturali e dragaggi, mancato utilizzo dei fondi europei. Come potrebbe mai questa stessa Autorità portuale badare efficientemente anche al porto di Salerno?».

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