Mussari, la verità su Amato

L’ex presidente Mps e l’ex sindaco di Siena Ceccuzzi ascoltati dal pm di Salerno

di Fiorella Loffredo

SALERNO

. Quando la Lancia Thema blu cobalto su cui è a bordo insieme ai suoi avvocati arriva davanti alla caserma “Francesco Niglio” del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Salerno, in via Indipendenza - dove era atteso per essere interrogato nell’ambito dell’inchiesta partita dal crac Amato - forse spaventato dalla folla, formata principalmente dai cronisti, dai fotografi e dagli operatori che lo stavano aspettando, Giuseppe Mussari, ex presidente del Monte Paschi di Siena, indagato per concorso in bancarotta fraudolenta, ha probabilmente detto al suo autista di tirare dritto. Sono da poco passate le 11.30. Forse il ricordo delle monetine tirategli addosso da un gruppo di contestatori solo lo scorso 15 febbraio davanti al Palazzo di Giustizia di Siena è ancora troppo vivido e teme che la gente ferma davanti l’ingresso della caserma possa riservargli lo stesso trattamento. Cerca un altro ingresso ma la caserma ne ha uno solo e quindi, dopo pochi minuti, l’auto di rappresentanza imbocca di nuovo via Indipendenza e questa volta si ferma. L’ex presidente della storica banca senese - che a Salerno era atteso dal titolare dell’inchiesta, il pm Vincenzo Senatore, e dal comandante del nucleo tributario della Gdf di Salerno, Antonio Mancazzo, per chiarire i motivi che hanno portato alla concessione di un finanziamento di oltre 19 milioni di euro, approvata da Mps nel 2010, a favore dell’Amato Re, la società che avrebbe dovuto realizzare un complesso di edilizia residenziale nell’area dello storico pastificio Amato, a Mercatello - scende dell’auto, a favorirgli l’entrata in caserma un finanziere che lo prende per mano, sottraendolo alle domande dei giornalisti a cui Mussari non risponde. Non lo fa neanche dopo tre ore, quando esce dalla caserma e si infila di nuovo in macchina scortato dai suoi avvocati Fabio Pisillo e Anna Franchino dello studio Padovani di Pisa che si limitano a dire «l’interrogatorio è secretato» per poi aggiungere, una volta raggiunti telefonicamente nel tardo pomeriggio, «il nostro assistito ha risposto compiutamente a tutte le domande formulate dal pm». Nel primo pomeriggio, mentre Mussari è ancora sotto interrogatorio, arriva in via Indipendenza, questa volta in taxi, anche l’ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi, ex vice presidente della commissione Finanze della Camera all’epoca in cui fu concesso da Mps il mega finanziamento all’Amato Re. Sono da poco passate le 14 quando Ceccuzzi varca la soglia della caserma, accompagnato dal suo avvocato Lucibello. Ne uscirà poco prima delle 17, senza rilasciare alcuna dichiarazione ai giornalisti che lo attendevano. Mussari e Ceccuzzi sono indagati insieme a Paolo Del Mese (ex presidente della commissione Finanze della Camera) e all’ex vicedirettore generale del Monte Paschi, Marco Morelli, che verrà invece ascoltato oggi.

Secondo la Procura di Salerno, tanto Paolo Del Mese quanto i vertici del Monte Paschi di Siena non potevano non sapere, all’epoca del finanziamento concesso, che la Amato spa era sull’orlo del tracollo. Di quì l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta nei confronti dei quattro indagati. Nel mirino del sostituto procuratore Senatore soprattutto i rapporti che legavano Del Mese alla banca senese e Del Mese al sindaco Pd Ceccuzzi. Secondo gli investigatori il rapporto tra i due si sarebbe cementato grazie ad alcuni interventi del politico salernitano nel corso della sua presidenza alla commissione Finanze della Camera: dalla norma “salva contrade”, per l’esenzione delle contrade storiche di Siena dall’imposta sul reddito delle società, all’affossamento della legge contro le limitazioni al diritto di voto delle fondazioni nelle nomine in banca.

Per Del Mese l’interrogatorio, che doveva avvenire il 26 febbraio, è condizionato dall’esito di un intervento chirurgico fissato per oggi nell’ospedale di Sarno. L’ex parlamentare è tuttora agli arresti nell’ambito dell’indagine principale sul fallimento Amato ma il 25 febbraio è riuscito ad ottenere il permesso a lasciare la casa circondariale di Fuorni per recarsi in ospedale. Il pm ha rinviato a data da destinarsi l’interrogatorio evitando un’audizione in ospedale dove l’ex parlamentare non verrà piantonato. Vivra la degenza e la riabilitazione come un paziente qualsiasi.

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