MOVIDA

Musica in pista e tendenzeSono salernitani i re della consolle

Ecco chi sono i deejay che fanno tendenza nelle discoteche del capoluogo e non solo

Negli anni Ottanta era un tormentone. Gli Indeep e la loro "Last night the deejay save my life" risuonavano ovunque, proposti di notte alla consolle e di giorno via radio. Il gruppo newyorkese new wave non ha fatto fortuna, al contrario dei deejay. Quelli di casa nostra non avranno cachet da capogiro, ma per il popolo della "movida" che ama la discoteca, sono un faro nella notte. Guidano le mode, indirizzano le tendenze. Decidono se un locale è trendy oppure no. Suggeriscono il look giusto e, naturalmente, il filone musicale che farà da colonna sonora per la serata. Chi identifica quel pianeta con quello descritto da PaoloHewitt in "Acida è la notte" (dove la grigia Londra tatcheriana in declino viene squarciata da fiumi di ecstasy) sbaglia di grosso. Almeno a sentire gli addetti ai lavori. Gigi Squillante è un veterano della consolle. Il sabato si esibisce al Gola, il venerdì e la domenica sta lanciando un nuovo locale, il Posto. «Qui ripropongo musica house ed underground di nicchia, quei pezzi che ci facevano impazzire dieci anni fa e che piacciono ancora a quel target di persone tra i 30 ed i 40 anni, che magari si stanno allontanando dalla discoteca». Al Gola invece si balla a tutto campo, «per il piacere di stare insieme e divertirsi. Molti denigrano le discoteche, ma a Salerno, per fortuna, non esistono quei fenomeni di violenza esasperata o di droga che caratterizzano altre realtà del Nord». Del resto, «la pista salernitana non è fatta di scatenati che cercano lo "sballo", ma di romantici». Gli fa eco Marco Montefusco, icona del Pepe Rosa d’inverno e del Dolce Vita d’estate. Laureato in Scienze della Comunicazione, ha fatto della sua passione un lavoro, aprendo anche uno studio di registrazione a una scuola per aspiranti deejay a San Gregorio Magno. Tra i banchi, spuntano due donne «di cui sentirete presto parlare», promette. Nemico della musica elettronica, Montefusco e la sua platea prediligono la musica fashion, come viene oggi etichettata la "commerciale": «Ogni pezzo deve essere canticchiato. L’armonia di rumori rischia di abbassare la soglia di professionalità di un deejay e di non incentivare la creatività». Che ai salernitani la musica fashion piaccia, lo conferma anche Enzo Falivene, dj resident di Gola e Dolce Vita: «E’ di tendenza la minimal techno - precisa - ma in generale i pezzi che fanno emozionare sono sempre quelli che creano atmosfera. Un deejay deve essere un pò psicologo, perchè deve saper capire la platea che ha di fronte». Lo sa bene anche Peppe Cancro, da 22 anni in pista. «Il pubblico salernitano è commerciale - spiega - Sta al dj educare, proponendo magari qualcosa di diverso». Pilastro del Vittoria (il venerdì) e del Dorian Gray (due sabati al mese) lavora molto a Chianciano: «Al Nord c’è tutta un’altra cultura della discoteca». Fashion style per Mirko Coppola, dj insieme allo "storico" Mario Nicastro del Bogart Cafè. «La gente vuole ballare, cantare e divertirsi in modo sano, almeno nel nostro locale dove la clientela è sempre selezionatissima. Ho lavorato tre anni al Pineta Marittima che è considerata il tempio sacro delle discoteche. Ogni città ha i suoi gusti, ma in generale, le hit degli anni ’70 e ’80 sono intramontabili». Tra i nomi celebri delle piste salernitane non si possono non menzionare Max Pagano e Ivo Toscano, seguitissimi da un pubblico di giovanissimi e non solo. Quest’ultimo ha suonato con con numerose celebrità della musica house e techno, da Claudio Coccoluto a Timo Maas, che sa far tremare le masse. Ballare per credere.