L'appuntamento

Musica e tradizione per sua maestà il tartufo

Doppio fine settimana nel borgo di Ceppaloni con i piatti tipici di un paese che ebbe grande importanza nell’VIII secolo

CEPPALONI. Storia, cucina, tradizione e tanto divertimento. Questi gli ingredienti principali di “Tartufo al borgo”, l’appuntamento in programma sabato 19 e domenica 20 novembre e nel successivo fine settimana a Ceppaloni, in provincia di Benevento, uno dei borghi più belli di tutta la regione Campania.

Si partirà sabato alle 18 con il convegno per la candidatura Unesco del tartufo come bene immateriale, poi ci sarà l’apertura del borgo e degli stand per la degustazione; alle 20 invece avrà inizio il corso di archeologia sperimentale a cura dell’associazione culturale Benevento Longobarda, mentre a partire dalle 21 artisti di strada e incursioni musicali vi terranno compagnia fino a tarda sera. Domenica il borgo aprirà dalla mattina con la mostra mercato del famoso tartufo bianco, mentre alle 13 prenderà il via il pranzo al castello (solo su prenotazione al numero 348/5861741); stessa sede ma ben altro spirito alle 16,30 per l’asta di beneficenza dei tartufi più grandi della stagione, il cui ricavato andrà alle popolazioni del centro Italia colpite dai terremoti. Poi i laboratori, i banchi didattici e gli artisti di strada. Il programma si ripeterà anche per il fine settimana del 26 e 27 novembre.

Tra cene e laboratori avrete anche modo di ammirare le bellezze del comune sannita che risalgono a diversi secoli or sono. Le prime notizie storiche sono dell'VIII secolo, quando Ceppaloni era di grande importanza grazie alla posizione strategica al confine con Benevento e sulla via Antiqua Maiore, che da Benevento conduceva ad Avellino: per questo motivo la città fu coinvolta nelle guerre tra papato e impero e poi tra Angioini e Aragonesi. Di grande fascino ancora oggi, oltre che essere una delle tappe dell’evento, il castello di Ceppaloni è una delle strutture più affascinanti di tutta la zona, risalente all’epoca normanna ma caratterizzato dalla sovrapposizione di più schemi costruttivi. La base architettonica la si fa però rientrare nelle costruzioni normanne dell’XI e XII secolo, sorgendo sulla cima della collina occupata dal borgo. La pianta è a forma triangolare con i vertici arrotondati; le modifiche delle epoche successive, angioina e aragonese, hanno interessato le torri di cui ci resta solo quella posta a nord-ovest. A partire dal XVI secolo il castello si è poi trasformato in un palazzo baronale, ma fu abitato sempre meno frequentemente se non come seconda dimora. Nei secoli successivi venne utilizzato come sede dell’ufficio della Curia dedicato all’amministrazione della giustizia, ospitando anche il carcere feudale. A inizio ’900, con l’abolizione della feudalità il castello perse anche questa funzione e fu suddiviso e venduto a diverse famiglie di Ceppaloni. Oggi è di proprietà del Comune che lo sta conservando come patrimonio unico dei cittadini.

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