Museo, c’è lo sfratto Il 27 novembre fuori dal convento

Non si sa dove verranno custodite le opere d’arte Dalla fondazione parte un appello all’amministrazione

CAPACCIO. Il museo “Grand tour di Paestum”, allestito nel Convento di S. Antonio, dovrà fare i bagagli. È stato notificato l’ordine di sfratto fissato per il 27 novembre. Il presidente della Fondazione” Vico”, Vincenzo Pepe, il direttore Claudio Aprea, la direttrice del museo Daniela Di Bartolomeo e la vicedirettrice Marilena Montefusco hanno scritto una lettera al sindaco Italo Voza.

Nella nota chiedono che sia individuata una sede consona dove allestire il museo. Contro la chiusura domani a Paestum sarà allestito un banchetto per la raccolta di firme. «La vita di un museo, come quella di un archivio o di una biblioteca è un tesoro che la collettività deve preservare ad ogni costo. Chiudere un museo rappresenterebbe una ferita per l’umanità – si legge nella nota inviata al sindaco Voza - e non possiamo e non dobbiamo permetterlo. Questo succederà al museo “Paestum nei percorsi del Grand Tour” . Lo sfratto è stato fissato per il 27 novembre 2015. Ribadiamo che il museo non vuole e non deve lasciare Capaccio».

Al fine di evitare che il museo lasci Capaccio si chiede «come da precedenti note intercorse tra noi e il Comune datate 17/7/2014, protocollo n 00289913/2014, di individuare una sede decorosa, adeguata ed esclusiva per un museo di rilevanza regionale. Restiamo in attesa di una risposta, in tempi brevi». Il museo è destinatario di un provvedimento di sfratto richiesto e ottenuto dall’Istituto religioso dei frati minori (proprietari dell’immobile) con il quale la Fondazione ha un contenzioso. Qualche mese fa, dopo la bocciatura in Appello del ricorso presentato dalla Fondazione “Vico”, i legali della Provincia religiosa Salernitano – Lucana dell’Immacolata Concezione riavviarono la procedura per rendere esecutivo il dispositivo sospeso lo scorso mese di luglio dal Tar. Oggi lo sfratto è esecutivo. A seguire la vicenda per l’Istituto religioso sono gli avvocati Francesco Paolo De Luca e Anna Paola De Luca. «Una delle motivazioni per cui sono state riconosciute le nostre motivazioni – spiega l’avvocato Francesco Paolo De Luca – è che i Frati Minori hanno concesso i locali con un comodato a tempo indeterminato che si può disdettare in qualsiasi momento. Le carte ci hanno dato ragione». In vista dello sfratto il Comune lo scorso anno, su richiesta della Fondazione aveva messo a disposizione i locali dell’ex scuola “Bellelli” ma non in regime di esclusività. Per cui la Fondazione ha presentato una nuova richiesta per avere altri locali. Ad oggi però il Comune non ha individuato dei locali adatti allo scopo. La Fondazione ha avuto anche la disponibilità dei Comuni di Giungano e Torchiara ad ospitare il museo mettendo a disposizione due sedi prestigiose, quali il convento Benedettino e il Palazzo Baronale De Conciliis.

«Abbiamo avviato anche una raccolta firme – afferma Di Bartolomeo – Capaccio non può perdere un patrimonio così importante». Il Museo accoglie oltre 100 pezzi tra stampe e dipinti che la Fondazione ha raccolto ed acquisito anche attraverso donazioni, come quella della Regione del volume completo delle 21 acqueforti realizzate da Piranesi.

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