Muore in ospedale dopo il Tso: s’indaga

Il 41enne di Montecorice era stato ricoverato dopo aver aggredito con una spranga di ferro i vigili e un medico dell’Asl

SANT’ARSENIO. E’ deceduto lunedì sera nel centro di igiene mentale di Sant’Arsenio l’uomo che alcuni giorni fa sfasciò l’auto dei vigili urbani di Montecorice perché si rifiutava di sottoporsi ad un Trattamento sanitario obbligatorio. Massimiliano Malzone, che risiedeva nel paesino cilentano, aveva solo 41 anni ed era giunto all’ospedale di Polla il 27 maggio scorso. Avrebbe dovuto restarci solo una settimana, ma i tempi si erano prolungati fino al tragico epilogo dell’altra sera quando improvvisamente si è accasciato al suolo privo di vita.

I carabinieri della compagnia di Sala Consilina, diretti dal tenente Emanuele Corda, avvertiti dai sanitari della struttura, hanno provveduto al sequestro della cartella clinica del 41enne mentre la Procura di Lagonegro ha aperto un fascicolo per fare luce sulla vicenda. La salma dell’uomo è a disposizione dell’Autorità giudiziaria che ha dapprima disposto un esame esterno, che non avrebbe dato particolari riscontri, e quindi l’autopsia, che verrà effettuata questa mattina. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo, al momento a carico di ignoti. Anche il direttore sanitario del nosocomio valdianese, Aristide Tortora, ha avviato un’indagine interna per fare chiarezza sull’accaduto.

A raccontare gli ultimi attimi di vita di Massimiliano Malzone è Antonio Mautone, primario dell’Unità operativa di Salute mentale dell’Ospedale di Polla. «Il paziente – spiega – lunedì sera era nella sua stanza presso il reparto di salute mentale ed era stato accompagnato in bagno da un infermiere, avendo egli difficoltà di deambulazione. Mentre stava raggiungendo il letto – precisa - si è accasciato al suolo in arresto cardiaco. A quel punto sono intervenuti gli infermieri ed il rianimatore con le manovre che sono durate 15-20 minuti, ma non c’è stato nulla da fare. È una situazione – confessa – che mi lascia l’amaro in bocca: il paziente non aveva particolari condizioni critiche, e ancor di più perché avevamo la stima dei familiari che ce lo avevano affidato in cura già due anni fa e, nonostante il caso molto complesso, avevamo raggiunto buoni risultati».

Fa strano apprendere che il 41enne aveva difficoltà deambulatorie considerato il comportamento da lui tenuto quando i vigili si erano recati, il 27 maggio scorso, presso la sua abitazione per accompagnarlo in ospedale per sottoporlo al Tso. L’uomo, armato di una spranga di ferro, aveva dapprima sfondato tutti i vetri dell’auto dei vigili, quindi, al volante dell’auto di un familiare aveva inseguito il medico del dipartimento di salute mentale del distretto dell’Asl di Agropoli, che aveva disposto il trattamento. In ogni caso il primario assicura che l’uomo «era tranquillo e negli ultimi 4-5 giorni aveva anche quasi eliminato l’uso di farmaci; i parametri sia con l’elettrocardiogramma che per quanto concerne la pressione arteriosa erano risultati nella norma. Mangiava anche in maniera normale: l’altra sera gli fu ordinata anche una pizza visto che non gradiva il cibo somministrato dall’ospedale. L’attenzione era massima – conclude - la sua stanza era di fronte a quella degli infermieri. Nulla quindi è stato lasciato al caso o all’improvvisazione».