Mosaici di terme romane a palazzo Fruscione

Ultimato il restauro e il consolidamento strutturale. Il lavoro degli archeologi L’edificio comunale sarà consegnato alla città per le festività di San Matteo

Dopo il rinvio dello scorso inverno, stavolta l’apertura di Palazzo Fruscione è stata fissata: dovrebbe riaprire i battenti per San Matteo 2013. L’edificio è tra i più antichi di Salerno e presenta diverse stratificazioni archeologiche, dal periodo romano a quello Normanno e oltre. Negli anni addietro è stato interamente acquisito al patrimonio comunale e recuperato dopo un lungo lavoro di restauro e consolidamento strutturale. Proprio per non compromettere quest'ultimo, si è potuto procedere solo a scavi mirati, in due-tre punti campione, anche se il sottosuolo dell’intera zona è di grande interesse archeologico. L’equipe di archeologi, guidata dall’esperto Paolo Peduto, ha riportato alla luce elementi di muratura che rinviano ad un complesso di terme romane, mosaici e frammenti di affreschi che risalgono al I-II secolo dopo Cristo.

«Sono ambienti – spiega Peduto - che riconducono al vicino plesso termale di San Pietro a Corte, di cui rappresentano la naturale estensione. Allo stesso periodo appartengono i resti di affreschi di grande bellezza, con figure, tralci ed altri elementi figurativi che decoravano gli spazi dove i romani solevano fare i bagni termali». Tenuto conto che, tra canali di scarico e ed altri resti di impianti idrici, sono state ritrovate tracce delle antiche terme anche a San Salvatore de Fundaco, in via Mercanti, si apre un interessante dibattito sulle dimensioni complessive dell’impianto che i romani destinavano al benessere balneare. «A palazzo Fruscione abbiamo fatto solo dei saggi – prosegue Peduto – non avrebbe avuto senso fare diversamente per la forte urbanizzazione del quartiere. Non potevamo scavare ovunque, quindi non siamo in grado di definire l’intera pianta delle terme: possiamo dire che erano di media dimensione, considerando le precedenti scoperte».

L’opera più bella che è stata rinvenuta è un mosaico romano, forse l’unico giunto fino a noi quasi integro dal sottosuolo di Salerno, i motivi decorativi della cornice sono di tipo geometrico, con il ripetersi di una croce esagonale. Rinvenuta anche una sepoltura con scheletro del VI secolo. Lo sfruttamento delle acque, in una zona che tutt’ora ne è ricca, è confermata non solo dal primo impianto termale, ma anche dalle stratificazioni successive, con gli scavi che hanno riportato in luce mura di cisterne normanno-sveve.

Palazzo Fruscione, che prende il nome dagli ultimi proprietari, è appunto un antico palazzo di origine normanna. Già esteriormente, con la ricchezza di archi e bifore, se ne può ammirare la grande bellezza architettonica. Sulla nuova destinazione d’uso dell’immobile si aprono scenari interessanti e ancora al vaglio, considerando che i piani fruibili sono tre. Come annunciato dal sindaco Vincenzo De Luca, ci sarà sicuramente ospitata la Casa della Poesia di Baronissi.

«Il primo traguardo ora è rappresentato dalla riapertura – spiega l'assessore alla Cultura, Ermanno Guerra – poi c'è tempo per aprire una riflessione sulla destinazione d’uso. Pensiamo ad uno spazio polifunzionale non genericamente inteso, un vero polo culturale nel cuore del centro storico».

Paolo Romano

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