Morto l’anziano travolto in bicicletta

L’operaio 65enne si è spento all’ospedale di Vallo dove era stato ricoverato il 21 gennaio scorso. Il pm ordina l’autopsia

CAPACCIO. Fu travolto, all’alba del 21 gennaio scorso da un’auto mentre si recava al lavoro in sella alla sua bicicletta: martedì sera il suo cuore si è fermato. Non ce l'ha fatta Pietro Maffeo, operaio di una azienda zootecnica di 65 anni. L’uomo, residente nella contrada di Capodifiume, è morto all’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, dove era stato ricoverato per le gravi lesioni riportate nell’investimento avvenuto in località Rettifilo. La salma è stato posta sotto sequestro per accertare con chiarezza le cause che hanno determinato il decesso dell’anziano. Maffeo era stato investito da una Fiat Idea guidata da un 50enne del posto, M. R., ora denunciato per omicidio colposo. Il conducente dopo l’incidente stradale, avvenuto in via Sandro Pertini, si era subito fermato per controllare le condizioni dell’uomo ed allertare i soccorsi.

A causa dell’impatto il 65enne riportò un trauma facciale e diverse ferite a braccia e gambe, oltre ad una lesione alla milza. Trasferito in ospedale a Vallo è morto nella serata di martedì. I funerali dell'uomo erano stati fissati per oggi, ma il magistrato di turno della procura di Salerno ha posto sotto sequestro la salma e disposto l'esame autoptico.

Maffeo lascia la moglie Michelina e le tre figlie Gaetana, Gioconda e Maddalena. Tutti lo ricordano come una persona per bene, molto umile e un gran lavoratore. L’uomo girava spesso in bicicletta, così come quella drammatica mattina, per recarsi al lavoro presso un’azienda zootecnica. Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Agropoli, agli ordini del tenente Francesco Manna. I militari dovranno ricostruire la dinamica dell’investimento al fine di capire le responsabilità di quanto accaduto.

La morte di Pietro Maffeo riaccende le polemiche sulla pericolosità del tratto stradale del Rettifilo. «Questa strada è notoriamente pericolosa – protesta Franco Mitrano, residente in zona – ma ad oggi non è stata messa in sicurezza. Sono anni che chiediamo che sia realizzata una rotonda per consentire il rallentamento del traffico veicolare e dei marciapiedi. Non è il primo morto che purtroppo si registra al Rettifilo. Quanti ancora ne dovremmo avere affinché la strada sia messa in sicurezza?. I pedoni senza marciapiedi e con le auto in sosta su entrambi i lati, sono costretti a camminare in mezzo alla strada con il rischio di essere investiti. Pietro era una gran brava persona ci auguriamo che questa ennesima tragedia faccia comprendere ancora una volta la necessità di intervenire su un tratto viario molto pericoloso».

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