TRAGEDIA AL RUGGI

Morte sospetta: 8 ore al Pronto soccorso

La 57enne di Baronissi deceduta a Ortotraumatologia: la frattura al bacino potrebbe aver causato un’embolia letale

Un’embolia polmonare dopo una frattura al bacino e un'attesa al Pronto soccorso di oltre otto ore. Sarebbe stata questa la causa che avrebbe portato alla morte di A.L., la donna di 57 anni di Salerno residente a Baronissi spirata nella mattinata di venerdì scorso all’ospedale “Ruggi” dove era stata assistita prima al Pronto soccorso e poi nel reparto di Ortotraumatologia. Dopo la denuncia dei familiari presentata ai carabinieri della Compagnia di Salerno guidati dal maggiore Antonio Corvino , è scattata l’inchiesta della Procura di Salerno affidata al pm Simone Teti che ha disposto il sequestro della salma e delle cartelle cliniche della donna, spirata proprio nelle stesse ore in cui ha perso la vita un altro paziente ricoverato nel nosocomio di via San Leonardo, un 62enne di Napoli in cura nel reparto di Nefrologia, per cui è stata presentata un’altra denuncia ai militari dell’Arma. Ieri, su disposizione del sostituto procuratore, è stata effettuata l’autopsia sul corpo della donna salernitana residente nel centro della Valle dell’Irno: la Procura ha affidato l’incarico per l’esame irripetibile al medico legale Gabriele Casaburi mentre l'avvocato che assiste i familiari della donna ha scelto il dottore Adamo Maiese per la consulenza di parte.

L’autopsia è durata poco più di due ore e, nel corso dell'esame, è stata confermata la frattura al bacino della donna, riscontrata anche dai medici del Pronto soccorso che, proprio alla luce di questa situazione, avevano disposto il ricovero nel reparto di Ortotraumatologia dove la 57enne, poche ore dopo il suo arrivo, è deceduta. Il sospetto degli specialisti è che a provocare la morte della donna sia stata un’embolia polmonare causata proprio dalla frattura al bacino. Adesso saranno gli esami istologici - i cui risultati sono attesi entro sessanta giorni - a dover confermare quest’ipotesi. Fondamentale, poi, sarà anche l’analisi della cartella clinica redatta dai medici dell’ospedale che farà comprendere le cure eseguite sia al Pronto soccorso che in reparto e i farmaci assunti dalla donna: dai primi riscontri, infatti, sembra che alla 57enne salernitana sia stata somministrata l’eparina, il medicinale anti-coagulante utile proprio a prevenire la formazione di emboli. Gli accertamenti riguarderanno in particolare il dosaggio del farmaco e, soprattutto, i tempi con cui è stata avviata la somministrazione. Ogni questione di quest’inchiesta, infatti, sembra basarsi proprio sulla tempistica dell'intervento dei medici del “Ruggi”. Nella denuncia presentata ai carabinieri agli ordini del maggiore Corvino, i familiari hanno segnalato le lungaggini che avrebbero caratterizzato l’assistenza della 57enne salernitana presso l’azienda ospedaliera guidata da Vincenzo D’Amato : la donna, infatti, sarebbe arrivata al Pronto soccorso di via San Leonardo intorno alle 10.30 dello scorso 16 febbraio per poi restare nel reparto dell'emergenza- urgenza per quasi nove ore. Soltanto intorno alle 19, poi, c’è stato il trasferimento nel reparto di Ortotraumatologia in seguito alle radiografie che hanno accertato la presenza della frattura al bacino. E nell’esposto ai militari dell’Arma, inoltre, i familiari avrebbero evidenziato le difficili condizioni dell’attesa della donna che, nonostante il suo stato di salute, sarebbe stata costretta a restare in piedi per diverso tempo al Pronto soccorso. Già nella serata di giovedì, poi, la donna avrebbe iniziato ad accusare dei malesseri che hanno portato al decesso.

Al momento non ci sono indagati: la denuncia è stata presentata contro ignoti e soltanto gli approfondimenti investigativi potrebbero portare ad ulteriori svolte. La salma di A.L. è stata liberata: il funerale si terrà domenica, alle 9.45, nella chiesa del Sacro Cuore, in piazza Ferrovia.

Oggi, intanto, a Napoli sarà celebrata la funzione religiosa per l’uomo che ha perso la vita sempre al “Ruggi” nelle stesse ore: martedì è stato svolto l’esame sul corpo dell'imprenditore tessile di 62 anni che si trovava in cura in via San Leonardo in quanto, alcuni anni fa, fu sottoposto a un trapianto proprio a Salerno. Anche per quest'inchiesta bisognerà attendere gli esami istologici: dall’autopsia del medico legale Marina D’Aniello non sarebbero emersi dettagli che farebbero ipotizzare colpe mediche.