Morte nel reparto, a giudizio sei medici 

Contestata l’imperizia e la condotta omissiva per il decesso di un paziente all’ospedale Umberto I

Affronteranno il processo sei medici dell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore, accusati di condotte omissive e imperizia per il decesso nel 2011 di Giovanni Ambrosio, un settantenne originario di Terzigno che morì nel reparto di rianimazione dove erano in servizio i sei imputati. Nella prima udienza dopo il rinvio a giudizio disposto dal Gup, Luigi Levita, e prevista per il 25 ottobre del 2018, davanti al giudice monocratico compariranno i dottori Nunzio Boccia, Maurizio Mastrolilli, Francesco Salzano, Carlo Santo, e Salvatore Sforza, tutti difesi dall’avvocato Andrea Vagito.
L’indagine svolta dalla Procura, portò inizialmente all’epoca dei fatti a un nutrito numero di indagati, tra quelli che presero parte al lavoro di intervento e monitoraggio del paziente e non solo: nelle ultime settimane sono arrivati due proscioglimenti davanti al Gup Luigi Levita. In sei, invece, affronteranno il processo.
Giovanni Ambrosio fu ricoverato all’ospedale di Boscotrecase con una grave emorragia, ma, dopo il sopraggiungere di complicanze, ne fu deciso il trasferimento d’urgenza a Nocera Inferiore. All’ospedale “Umberto I” i medici gli diagnosticarono un’emorragia gastrica e un giorno e mezzo dopo il suo arrivo lo sottoposero a un intervento chirurgico. Dopo l’operazione, però, le condizioni del settantenne di Teraigno peggiorarono di colpo e risultarono inutili le terapie di emergenza e le trasfusioni: l’uomo morì nel reparto di rianimazione.
I i familiari sporsero subito denuncia riportando l’intera vicenda, dal primo ricovero all’arrivo a Nocera Inferiore fino al decesso, con la storia clinica del paziente, i passaggi ospedalieri, i sintomi e il percorso ospedaliero illustrato ora per ora. La magistratura nocerina aprì dunque un procedimento penale a carico di alcuni medici. Due furono prosciolti già in fase preliminare, non essendo intervenuti sul paziente, come emerso da verifiche incrociate: la decisione del Gup chiuse il procedimento a loro carico perché i fatti non sussistevano, senza alcun elemento per giustificare il processo.
Diverso invece il destino dei sei medici rinviati a giudizio. La pubblica accusa ha messo in fila tutti gli eventi che portarono al tragio evento: l’arrivo del paziente avvenuto alle 17 del 14 dicembre del 2011, la gastroscopia alla quale fu sottoposto per un’ulcera gastrica riscontrata subito, e l’ipotesi di alcune omnissioni nelle ore successive. In particolare, sempre secondo l’accusa, i medici sottoposero il paziente al controllo del gastroduodeno quando era ormai tardi gli esami, malgrado quanto avesse presscritto l’anestesista, e l’intervento chirurgico fu eseguito nella notte tra il 15 e il 16 dicembre, «con il paziente in sofferenza multiorgano». Ancora, successivamente si verificò un’emorragia che a giudizio della procura non fu individuata, con il decesso «collegato in conseguenza dell’inerzia assistenziale» la vigilia dei natale del 2011.
Sulla vicenda si svolgerà ora il dibattimento davanti al giudice del Tribunale monocratico di Nocera Inferiore: i sei medici dell’ospedale nocerino dovranno difendersi dalle contestate accuse di omicidio colposo per imprudenza, omissioni e imperizia. La parte civile costituita in giudizio è rappresentata dall’avvocato Fabio Salvi.(a. t. g.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA