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Morte in corsia: medico a giudizio

Sarà processato il dottore di Gallo, deceduto dopo una colonscopia

PAGANI. Va a giudizio il medico di famiglia di Giovanni Gallo, deceduto nel luglio del 2013 all’ospedale di Nocera Inferiore dopo uno shock settico da perforazione del colon. Lo ha disposto il gup Valiante al termine dell’udienza preliminare, fissando il dibattimento al 17 aprile prossimo.

Gallo morì dopo la colonscopia effettuata il 9 luglio del 2013, e la denuncia dei familiari avviò l’inchiesta. Il primo filone riguarda l’attuale decisione nei confronti del medico di famiglia, con un’ulteriore prosecuzione per altri due indagati attesi dall’udienza camerale, dopo la richiesta di archiviazione da parte del pm e la successiva opposizione dei legali dei parenti. La vicenda aspetta l’ulteriore integrazione sulle responsabilità per quell’intervento, non eseguito dal medico rinviato a giudizio bensì da un sanitario e da un’infermiera. Per il pm il medico di famiglia resta unico responsabile del decesso, per aver prescritto un antidolorifico dopo la dimissione ospedaliera di Gallo. Il consulente tecnico del pm ritenne “non sostenibile la responsabilità dei sanitari che eseguirono l’accertamento perché la perforazione costituisce una sua possibile complicanza”.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Vincenzo Calabrese, replicò con “la verosimile ipotesi della perforazione come conseguenza di manovra errata”.

Il pm richiama nella richiesta di archiviazione il consenso informato all’intervento, parlando di un modulo sottoscritto dal paziente poi smarrito. I familiari hanno sempre sostenuto che se Gallo fosse stato informato della pericolosità dell’accertamento, dopo i dolori sarebbe andato in ospedale. Il citato smarrimento del modulo di consenso informato, per la difesa, è una “puerile invenzione delle persone sottoposte ad indagini”.(a. t. g.)

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