Morte in ambulanza Per il medico del 118 c’è l’archiviazione

Il giudice accoglie la richiesta del pm ma la difesa si oppone Non ci sono colpevoli per il decesso di Antonietta Petti

Archiviato il caso di Antonietta Petti, la donna di 47 anni, morta lo scorso settembre e il cui decesso era stato addebitato a G.D.M., medico 54 enne di Pagani, finito nel registro degli indagati.

Il pm Roberto Lenzaaveva chiesto l’archiviazione, cui si era opposta la famiglia. La richiesta è stata infine accolta dal gip. Dalle risultanze della consulenza tecnica del pubblico ministero viene esclusa qualsiasi responsabilità in capo agli operatori del 118 che intervennero per prestare le prime cure alla paziente.

Il gip Luigi Levita ha dichiarato inammissibile l’opposizione e ha disposto l’archiviazione. A far propendere la Procura per una richiesta di archiviazione, la perizia medico-legale effettuata dal medico legale Giovanni Zotti.

Secondo la perizia la donna sarebbe morta per edema polmonare acuto, con la specifica che non esiste una condotta colposa a carico del medico e degli operatori del 118. Sulla scorta della consulenza, il pm ha chiesto la chiusura del caso. Antonietta Petti, 47 anni, morì il 21 settembre 2015.

Quel pomeriggio, i familiari allertarono una prima volta il 118 alle ore 17.16 perché la donna, già sofferente in precedenza di crisi depressive, non si era sentita bene: l’ambulanza arrivò di lì a poco.

Dopo gli accertamenti di prassi, il medico di turno dell’ambulanza non ritenne necessario il ricovero e rassicurò i familiari della signora, comunque non ritenendo i parametri vitali della donna tali da rilevare una gravità delle sue condizioni. Nell’arco di un’ora, però, il malore si ripresentò e i familiari della donna allertarono nuovamente il 118. Intorno alle sei del pomeriggio una seconda chiamata partì dalla casa della donna, ormai aggravata.

I medici la portarono all’interno dell’ambulanza. Tuttavia, quando la paziente arrivò all’ospedale Umberto I, era morta. La denuncia dei familiari, scioccati dall’accaduto, permise di aprire un’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Roberto Lenza, con l’affidamento dell’incarico al medico legale Giovanni Zotti per l’accertamento delle cause della morte e l’esame autoptico presso l’obitorio dell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore. Il caso fece scalpore in città: la donna, che viveva coi suo familiari in zona Kennedy- Taverne, era conosciuta. Dalle indagini svolte, non è stata dunque rilevata causalità tra la morte della signora e l’attività del medico.

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