Morte al “Ruggi”, arrivano gli ispettori

Acquisiti i dati relativi ai ricoveri dopo il decesso di un 42enne rimasto per 24 ore in attesa di un posto letto che non c’era

Il presidente Stefano Caldoro l’aveva annunciata e, a una settimana esatta dalla morte del 42enne che ha atteso per 24 ore un ricovero negato in tutti gli ospedali della Campania per assenza di posti letto, ha disposto un’ispezione tesa a fare chiarezza sull’episodio. Nella giornata di lunedì, una commissione regionale, composta da dirigenti medici e funzionari di Palazzo Santa Lucia, ha “visitato” l’Azienda ospedaliera di via San Leonardo, per acquisire dal manager Elvira Lenzi i “numeri” relativi al reparto di Infettivi ed al Pronto soccorso. Ricoveri, posti letto, giorni medi di degenza, tipologia di patologie trattate, personale in servizio: sono questi, da quanto si è appreso, gli elementi che i medici napoletani incaricati di approfondire l’accaduto, hanno richiesto al direttore generale ed al direttore sanitario di presidio.

L’ispezione non ha invece riguardato l’audizione di medici ed infermieri (compresi i tre professionisti raggiunti da un avviso di garanzia per la morte del clochard, nell’ambito di una inchiesta aperta dalla Procura salernitana all’indomani del suo decesso) nè tantomeno la visita al Pronto soccorso (dove l’uomo si è spento dopo 24 ore di attesa durante le quali, è bene precisarlo, è stato comunque seguito e monitorato) o al reparto di Malattie Infettive (dove mancavano i posti letto per il ricovero). Quest’ultima divisione era stata interessata, nel pomeriggio di sabato, da un’altra ispezione a sorpresa, disposta questa volta dallo stesso manager. Un “extra” rispetto all’inchiesta interna aperta sulla morte del senza tetto salernitano, dalla quale emerse che «la patologia acuta accertata dell’uomo (38° di febbre e disidratazione) veniva codificata al Pronto soccorso in “codice verde”, cioè bisognevole di terapia idratante e antipiretica, somministrata in costanza di ricovero. Tale terapia, oltre ad una seria di accertamenti di laboratorio, radiografici ed elettrocardiografici veniva prontamente effettuata, anche se il paziente sostava in Pronto soccorso, per l’indisponibilità di posti letto riservati alla patologia di base, che necessita di ambienti isolati a tutela del paziente stesso per evitare complicazioni infettive gravi dovute all’immunodeficienza Hiv indotta».

A quella indagine è seguita l’ispezione di sabato che ha ulteriormente acuito le frizioni tra il direttore generale ed il primario di Infettivi Maurizio Mazzeo. Secondo Elvira Lenzi, il reparto godrebbe di buona salute, con venticinque infermieri e tredici dirigenti medici. E se negli anni, come denunciato da più parti, i posti letto sono scesi da 42 a 16 la “colpa” sarebbe del suo predecessore, Attilio Bianchi, che effettuò il taglio in previsione dei lavori di ristrutturazione che da tre anni avrebbero dovuto interessare il secondo piano della divisione, dove invece tutto è rimasto lettera morta. Nell’ultimo anno Mazzeo ha indirizzato numerose lettere al manager chiedendo di riaprire la struttura anche dopo una banale tinteggiata, in modo da poter riuscire a fronteggiare la sempre maggiore richiesta di pazienti provenienti da tutta la provincia, denunciando tra l’altro il rischio di una struttura completamente impreparata a gestire l’emergenza.

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