Moretti: «Non intendiamo far cassa con i matrimoni»

La decisione di chiedere un contributo di 300 euro per le nozze fuori parrocchia. L’arcivescovo di Salerno: «Vogliamo evitare richieste di offere da parte dei parroci»

Un contributo «indicativo, fissato tenendo ciò che normalmente già veniva offerto nelle varie parrocchie o chiese, per creare le condizioni perché gli sposi possano vivere al meglio la “verità” del sacramento e non di cercare il modo “per far soldi”». Sono queste le parole usate dall’arcivescovo Luigi Moretti per spiegare la decisione della Curia salernitana di chiedere 300 euro per i matrimoni celebrati al di fuori delle parrocchie di appartenenza degli sposi. Il presule ha risposto ad una lettera inviata da Riccardo Pucciarelli, ex consigliere comunale di Salerno della circoscrizione Oriente, che aveva chiesto informazioni su quella che è stata ribattezzata la “tassa” sui matrimoni fuori parrocchia. Moretti ha puntualizzato la decisione della Curia in una mail inviata a pochi minuti di distanza dalla richiesta di Pucciarelli.

«Quando si parla di propria parrocchia – ha scritto l’arcivescovo – si fa riferimento alla parrocchia dello sposo, alla parrocchia della sposa, alla parrocchia dove andranno ad abitare o alla parrocchia che frequentano abitualmente. In questi casi, abolita ogni forma di tariffa, si suggerisce una offerta libera. Per chi volesse comunque celebrare in un’altra chiesa si è deciso, per evitare richieste di offerte da parte della propria parrocchia e della chiesa della celebrazione, che la richiesta “di un contributo” e non di una “tassa” avvenga in Curia in favore della parrocchia e della chiesa proprio per evitare eventuali abusi».

Uno stop al “mercato” dei matrimoni, insomma, e non un tariffario. Del resto, conti alla mano, nel caso non infrequente di matrimoni celebrati fuori dalla parrocchia di appartenenza, finora si poteva arrivare a spendere somme ben più elevate sotto forma di offerte.

«Ho ritenuto opportuno scrivere a monsignor Moretti – ha spiegato Pucciarelli – per ascoltare dalle sue dirette parole la verità sulla questione. La sua risposta fuga ogni dubbio e smorza ogni focolaio di speculazione e polemica da parte di chi è sempre pronto a polemizzare su tutto, anche sulla Chiesa. Credo invece che quanto stabilito dal nostro arcivescovo, ed in un certo senso anche ribadito nella mail che mi ha inviato, possa finalmente porre fine ad iniziative spontanee ed autonome adottate in passato da qualche parroco».

In merito alle polemiche scatenatesi in questi giorni intorno alla decisione, Moretti non ha nascosto il proprio rammarico: «Il mio dispiacere è che si affermi “semplicemente” il contrario delle decisioni diocesane riguardanti la celebrazione dei sacramenti e del matrimonio in particolare. Difronte a ciò, non posso che mettere più impegno, insieme a tutti sacerdoti, perché la verità si affermi per il bene di tutti».