Morì nello “psichiatrico”: 16 indagati

La procura chiude l’inchiesta sul decesso a S. Arsenio del 40enne di Agropoli. «Somministrate dosi eccessive di farmaci»

AGROPOLI. Omicidio colposo in concorso. È questa l’ipotesi di reato riportata nei 16 avvisi di conclusione delle indagini preliminari notificati nei giorni scorsi a 4 medici e 12 infermieri in servizio presso il reparto di psichiatria dell’ospedale “Santissima Annunziata” di Sant’Arsenio. Sono tutti accusati di aver causato la morte, lo scorso 4 marzo, di Carlo Vitolo, 40enne di Agropoli che da diverso tempo era ricoverato nel reparto di psichiatria. L’uomo morì per un arresto cardiocircolatorio causato da una intossicazione da farmaci. Secondo l’accusa al 40enne sarebbero stati somministrati dei farmaci in dosi di gran lunga superiori al range terapeutico. Per un farmaco, il Talofen, la dose somministrata in base a quanto emerso dalle indagini sarebbe superiore di ben 20 volte al limite previsto, invece per un secondo farmaco, il Serenase, la dose è stata 4 volte superiore al range massimo. 

I medici indagati sono: Rocco Barone, Raffaele Basso, Americo Mazza e Anna Morello. Gli infermieri invece sono Teresa Tortorella, Antonio Aromando, Giuseppe Bertolini, Giuseppe Brancato, Massimo Cafaro, Antonio Costa, Giuseppe Costa, Maria Antonietta Curcio, Mansueto Dessi, Menotti Garibaldi, Maria Maglione, Patrizia Russo. Tre dei quattro medici indagati (Barone, Basso e Mazza) sono stati condannati sia in primo grado che in appello, con una riduzione di pena, per la morte di Franco Mastrogiovanni, il maestro delle elementari sottoposto nel 2009 a trattamento sanitario obbligatorio (Tso) nell’ospedale di Vallo e morto dopo 87 ore di agonia. Undici dei 16 indagati, un medico e dieci infermieri sono residenti nel Vallo di Diano. A loro è stata contestata la violazione degli obblighi di garanzia relativi alla verifica e alla richiesta di chiarimenti in merito alle terapie ed al dosaggio dei farmaci, precedentemente alla loro somministrazione.

Il reparto di psichiatria è stato chiuso circa un mese fa dall’Asl Salerno nell’ambito della riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio provinciale.  Le indagini sono partite subito dopo la morte del 40enne. I familiari non avevano ritenuto convincenti le spiegazioni fornite dai medici sulle cause del decesso del loro congiunto e per fare luce sulla vicenda avevano sporto denuncia contro ignoti. La procura di Lagonegro sequestrò cartella clinica e salma. A far emergere dei profili di responsabilità penale è stato proprio quanto emerso dall’autopsia ed in particolar modo dall’esame tossicologico effettuato sui campioni di tessuto prelevati dal medico legale incaricato dalla Procura. I 16 destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini entro 20 giorni potranno chiedere di essere interrogati dal pm, presentare una memoria difensiva, depositare prove documentali o testimoniali o chiedere al magistrato di svolgere altre indagini.

Erminio Cioffi

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