l’incidente

Morì in moto Il pg chiede di assolvere il camionista

Era il 31 ottobre del 2005 quando Luigi Civale, 25 anni, trovò la morte in sella alla sua motocicletta in via Cupa Filette, una delle stradine tra la statale e il mare. Il giovane di Battipaglia si...

Era il 31 ottobre del 2005 quando Luigi Civale, 25 anni, trovò la morte in sella alla sua motocicletta in via Cupa Filette, una delle stradine tra la statale e il mare. Il giovane di Battipaglia si scontrò contro una betoniera che stava uscendo in retromarcia da un’area privata. Il conducente non lo vide e l’impatto fu violento e fatale. I giudici di primo grado hanno ritenuto che la responsabilità dell’incidente fosse del camionista, condannandolo in primo grado per omicidio colposo. Ieri mattina, però, il procuratore generale ha invitato la Corte d’Appello a ribaltare la sentenza, sposando la tesi del difensore Federico Conte. Secondo il legale a rendere mortale lo scontro fu la velocità a cui procedeva il motociclista, mentre la betoniera si muoveva a passo d’uomo. Tesi non condivisa dalle parti civili, che hanno evidenziato come spetti a chi si immette sulla strada l’onere di verificare che non stiano sopraggiungendo altri veicoli.

I giudici depositeranno la loro decisione agli inizi della prossima settimana, approfondendo non solo le tematiche del concorso di colpa ma anche il nesso causa-effetto, verificando cioè se, a una velocità inferiore, l’impatto avrebbe potuto avere conseguenze meno tragiche. Resta in ogni caso il dato della pericolosità di un sistema viario dove troppo spesso si sono verificati incidenti gravissimi. Solo pochi mesi prima della morte di Civale, in agosto, un’intera famiglia fu sterminata in un tragico incidente avvenuto nella stessa zona. Un tir attraversò un incrocio in velocità e l’auto della famiglia Rossomando (da anni emigrata in Australia ma a Battipaglia per le ferie estive) si ridusse a un groviglio di lamiere.