la sentenza

Morì dopo essere stata dimessa Assolto il medico che la visitò

Non fu colpa di un errore medico se nell’aprile del 2010 la 55enne Emilia Landi morì in ospedale dopo che poche ore prima ne era stata dimessa. Lo ha stabilito ieri una sentenza di primo grado, che...

Non fu colpa di un errore medico se nell’aprile del 2010 la 55enne Emilia Landi morì in ospedale dopo che poche ore prima ne era stata dimessa. Lo ha stabilito ieri una sentenza di primo grado, che ha assolto il medico Giuseppe De Nicola dall’accusa di omicidio colposo. Era stato lui, nell’aprile del 2010, a visitarla al Pronto soccorso e a disporne le dimissioni dopo mezza giornata. Quella stessa sera, dopo aver firmato per tornare a casa, la paziente era andata di nuovo in ospedale, perché i dolori all’addome si erano fatti sempre più lancinanti. Solo allora si dispose un intervento chirurgico d’urgenza e si capì che la donna era malata di un tumore all’intestino, che le aveva stretto il sigma provocando una setticemia che poche ore dopo l’avrebbe condotta alla morte. Il suo cuore si fermò nel primo pomeriggio del giorno successivo all’intervento, e il fratello Antonio, consigliere comunale a Giffoni, sporse denuncia per capire se un intervento più tempestivo avrebbe potuto salvarle la vita.

La fase investigativa si chiuse con una richiesta di archiviazione, ma il giudice delle indagini preliminari dispose l’imputazione coatta e il medico andò a processo. Ieri la sentenza con cui il giudice Vincenzo Siani ha assolto l’imputato perché “il fatto non sussiste”, accogliendo le tesi dei difensori Laura Ceccarelli e Carmine Iannuzzi. Nel corso del processo si è infatti stabilito che tra la condotta del medico del Ruggi e il decesso della donna non vi è nesso di casualità, in quanto la neoplasia aveva provocato le sue conseguenze letali già prima che Emilia Landi si recasse in ospedale. (c.d.m.)

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