l'inchiesta

Morì al servizio psichiatrico, indagate sedici persone

Quattro medici e dodici infermieri coinvolti a vario titolo nel decesso per eccesso di farmaci di un uomo di Agropoli ricoverato all'ospedale di Sant'Arsenio

SANT'ARSENIO. Omicidio colposo in concorso. È questa l'ipotesi di reato riportata nei 16 avvisi di conclusione delle indagini preliminari notificati nei giorni scorsi a 4 medici e 12 infermieri in servizio presso il reparto di psichiatria dell'ospedale "Santissima Annunziata" di Sant'Arsenio. Sono tutti accusati di aver causato la morte, lo scorso 4 marzo, di Carlo Vitolo, un quarantenne di Agropoli che da diverso tempo era ricoverato nel reparto di psichiatria. L'uomo è deceduto per un arresto cardiocircolatorio causato da una intossicazione da farmaci. Nello specifico gli sarebbero stati somministrati dei farmaci in dosi di gran lunga superiori al range terapeutico. Per un farmaco, il Talofen, la dose somministrata in base a quanto emerso dalle indagini sarebbe superiore di ben 20 volte al limite previsto, invece per un secondo farmaco, il Serenase, la dose è stata 4 volte superiore al range massimo.

Il reparto di psichiatria è stato chiuso circa un mese fa dall’Asl Salerno nell’ambito della riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio provinciale. Le indagini sono partite subito dopo la morte del quarantenne. I familiari non avevano ritenuto convincenti le spiegazioni fornite dai medici sulle cause del decesso del loro congiunto e per fare luce sulla vicenda avevano sporto denuncia contro ignoti. La Procura della Repubblica di Lagonegro aveva disposto il sequestro della cartella clinica e della salma. A far emergere dei profili di responsabilità penale è stato proprio quanto emerso dall’autopsia ed in particolar modo dall’esame tossicologico effettuato sui campioni di tessuto prelevati dal medico legale incaricato dalla Procura. Carlo Vitolo era arrivato nel reparto di psichiatria alla fine del mese di febbraio per effettuare un trattamento sanitario volontario. Ex giocatore di basket chi lo conosceva lo descrive come una persona particolarmente tranquilla e non ha mai creato problemi anche prima di essere ricoverato nel reparto di igiene mentale di Sant’Arsenio. È bene chiarire che i 16 destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini non sono al momento imputati. Entro 20 giorni potranno infatti chiedere di essere interrogati dal pm, presentare una memoria difensiva, depositari prove documentali o testimoniali o chiedere al pm di svolgere ulteriori indagini, fondamentali a provare l’innocenza dell’indagato, indicandole in modo puntuale. Trascorso il termine di venti giorni se gli indagati saranno riusciti a convincere il pubblico ministero della propria innocenza, allora questi potrà chiedere al Giudice per le indagini preliminari l’archiviazione del processo; in caso contrario il pm chiederà il rinvio a giudizio.