in via allende

Morì a 30 anni in un incidente Condannato amico alla guida

Ci sono nove anni, ma adesso per la morte del trentenne ebolitano Carlo Petrone ci sono due colpevoli condannati con sentenza definitiva. Il giovane morì sul colpo in un incidente stradale avvenuto...

Ci sono nove anni, ma adesso per la morte del trentenne ebolitano Carlo Petrone ci sono due colpevoli condannati con sentenza definitiva. Il giovane morì sul colpo in un incidente stradale avvenuto il 13 ottobre del 2007 in via Allende, dove era a bordo della Peugeot 307 guidata da un amico che secondo i rilievi avrebbe eseguito una manovra azzardata. Lui ha sempre negato, sostenendo tra l’altro che alla guida del veicolo ci fosse proprio Petrone, a cui aveva chiesto di sostituirlo perché era stanco. Una tesi che non ha retto davanti al giudice di primo grado (che lo ha condannato a due anni con pena sospesa), non ha convinto la Corte d’appello e che adesso viene sconfessata anche dalla Cassazione, che ha respinto il ricorso e quindi ha reso definitiva la condanna per omicidio colposo.

Rigettato anche il ricorso dell’altro condannato, il conducente dell’Audi A3 che quella notte di nove anni fa si scontrò con la vettura su cui viaggiava Petrone ed è stato condannato in primo grado alla pena, sospesa, di un anno e mezzo. Le indagini hanno ricostruito che l’Audi viaggiava in direzione Pontecagnano a una velocità di cento chilometri orari. L’impatto con la Peugeot avvenne all’incrocio con via degli Uffici finanziari, nelle vicinanze dell’Ufo bar, dove l’amico di Petrone avrebbe svoltato a sinistra senza dare la precedenza. Per la Cassazione la tesi che a guidare fosse la vittima è in netto contrasto con le dichiarazioni acquisite dai soccorritori. «L’identità del conducente della Peugeot – si legge nella sentenza – è stata accertata dal giudice di primo grado sulla base di plurimi, univoci e concordanti dati probatori raccolti durante l’istruzione dibattimentale».(c.d.m.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA