Monumento all’eroe tra furti e degrado

La lettera di accuse dei progettisti inviata al commissario e alla Guardia di Finanza: offesa la memoria di Vincenzo Giudice

Il monumento a Vincenzo Giudice, uno dei simboli della Eboli civile, tra degrado e furti: a denunciarlo i progettisti dell’opera che hanno scritto al commissario prefettizio, Vincenza Filippi, e al Comando generale della Finanza. «Conservare l'opera in quel modo è offensivo per l'eroe ebolitano, ma lo è ancora di più per i cittadini che hanno contribuito alla sua costruzione», lamentano gli architetti Luca Bruno e Romina Majoli. È la seconda volta che i progettisti scrivono al commissario. Il primo allarme fu lanciato a gennaio, con tanto di relazione tecnica e documentazione fotografica in cui si evidenziava lo stato di abbandono. Inutili le richieste di interventi immediati e la denuncia sul mancato funzionamento della telecamera di sicurezza.

A distanza di due mesi «i bordi della vasca si sono riempiti di muffa, i marmi neri hanno perso la lucentezza, gli ugelli della fontana si stanno otturando – scrivono nella relazione - lo scarico della vasca è ormai tappato definitivamente causando la fuoriuscita dell'acqua, i marmi iniziano a distaccarsi dal monolite e dalla trave diventando pericolosi».

Ma c’è di più: durante alcuni eventi allestiti in piazza ignoti hanno ancorato un gazebo alle lettere di quella che è la motivazione del conferimento della medaglia d' oro al maresciallo Giudice; e, cosa ancora più grave, il furto di energia elettrica perpetrato attraverso un cavo strappato dal monumento. La misura è colma per i due architetti che dopo aver progettato la struttura commemorativa hanno assistito al suo degrado: «qualcuno ha pensato bene di sfruttare la corrente elettrica che alimenta il punto luce dietro la Motivazione alla Medaglia d’oro annullando definitivamente la retroilluminazione del pannello e lasciando, inoltre, penzolante il cavo fonte di energia elettrica sulla lastra – denunciano i due progettisti - in parole povere, un monumento è stato utilizzato come cabina elettrica, palo dell’Enel per uno stand». Un vero e proprio oltraggio per Majoli e Bruno che nel loro giro di ispezione hanno documentato anche lo stato di abbandono degli altri monumenti storici in piazza della Repubblica.

Una relazione di dodici pagine con foto che riportano graffiti ed erbacce che invadono persino il monumento ai Caduti: « non miriamo ad avere un nuovo incontro, semmai una risposta scritta a noi ed a tutti i cittadini – concludono i progettisti nella lettera al commissario- sensibili al patrimonio artistico ebolitano, o un appuntamento per assistere alla prima manutenzione dei monumenti in piazza».

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