Monta la protesta: no al Ruggi pigliatutto

I Comuni di Cava de’ Tirreni, Mercato San Severino e della Costa d’Amalfi contestano la chiusura dei reparti negli ospedali

Sindaci in rivolta dopo il piano sanitario presentato dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria che ha previsto la chiusura di numerosi reparti da Cava a San Severino fino a Castiglione di Ravello per recuperare personale per il “Ruggi”. Ma i sindaci dei comuni coinvolti non ci stanno. A dare sostegno ai primi cittadini si è aggiunto pure il governatore De Luca. L’alt ai vertici dell’Azienda è arrivato perfino dal presidente della Regione, che ieri a margine del suo intervento al corso formativo promosso della Uil all’hotel Mediterranea ha detto che i manager sanitari non dovrebbero pianificare senza l’ok della Regione, visto che qualsiasi accorpamento o chiusura non saranno validi senza un atto deliberativo. De Luca ha però aggiunto che intende intervenire in maniera clamorosa sulla riorganizzazione della rete ospedaliera chiudendo quelle strutture ritenute non idonee a garantire la domanda e l’offerta di salute dei salernitani. I timori sono tanti per il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, che si è detto molto amareggiato da ciò che si profila all’orizzonte. L’ufficializzazione della chiusura, a partire da gennaio, di Ortopedia e Ginecologia del Santa Maria Incoronata dell’Olmo lo ha colto di sorpresa: «Non ho avuto alcuna comunicazione formale sulla presentazione del piano di riassetto – ha spiegato il sindaco metelliano – l’ho saputo dai giornali. Il fatto di eliminare o ridimensionare i reparti, trasferendoli a Salerno, è una proposta irricevibile. Si espropria la nostra città di servizi essenziali. Per scongiurare ciò continuerò la mia azione di salvaguardia del diritto alla migliore assistenza possibile per i miei concittadini». La soluzione al problema, a suo avviso, «non può essere trovata tagliando i servizi, ma rendendo più efficienti i plessi ospedalieri come quello di Cava». La scure si è abbattuta anche su Mercato San Severino: «L’atto aziendale presentato da Viggiani non ha avuto ancora l’approvazione da parte della Giunta regionale – ha subito polemizzato Angelo Zampoli, vicesindaco e assessore alle Politiche sociali del Comune di Mercato San Severino. In effetti l’ospedale “Fucito” rischia forti penalizzazioni, dalla chiusura di Ostetricia e Ginecologia a quella di Pediatria fino alla soppressione delle attività per il ricovero di Nefrologia e dialisi. L’operazione, prevista dai vertici del “Ruggi” garantirebbe la copertura dei turni proprio all’ospedale di Salerno grazie all’arrivo di trentadue infermieri, quattro ausiliari e undici medici. Ma Zampoli ha sottolineato che è tutto ancora da vedere: «Finché non c’è un atto aziendale che manifesta la chiusura dei reparti non possiamo credere alle voci. L’unica verità è l’atto che, per adesso, non è stato approvato, almeno a quanto mi risulta. Non possiamo fare ipotesi. A San Severino è stato inoltre istituito il corso di laurea di Odontoiatria, così come anche alcune branche di Medicina e chirurgia, come ad esempio anatomia patologica».

Tutto questo per dire che l’ospedale di Curteri di San Severino, per adesso, ha solo un piano di arricchimento e non di demansionamento. «Poi – ha concluso il vice del sindaco Giovanni Romano – se si rincorrono voci sulla soppressione o meno, non è detto che si realizzino. Perchè non si chiude così un reparto ospedaliero». Anche i sindaci della Costiera amalfitana sono allarmati dalla possibile chiusura di Cardiologia. Il sindaco di Minori, Andrea Reale, ha puntualizzato che i rappresentanti dei vari comuni si stanno «attivando per trovare una soluzione riguardo alla soppressione di Cardiologia prevista a partire da gennaio. Una soluzione che possa venire incontro alle esigenze della popolazione della Costiera e dell’Azienda ospedaliera. Anche perché siamo in attesa del riconoscimento di zona disagiata e aspettiamo l’insediamento del nuovo sub commissario Joseph Polimeni, il quale ha già annunciato che concederà deroghe ai territori che distano più di un’ora dal più vicino ospedale, come quello della Costa d’Amalfi». Da tempo, ha precisato il sindaco, «sono al lavoro, a stretto contatto con il presidente Vincenzo De Luca e il consulente alla sanità Enrico Coscioni, per ottenere il riconoscimento». ©RIPRODUZIONE RISERVATA