IL CASO

Molestie alle nipotine, i messaggi in chat: «Sono innamorato di te»

Le prime testimonianze di baci e palpeggiamenti risalgono a quando le vittime avevano 15 e 11 anni

MERCATO SAN SEVERINO - Una personalità incline a questo tipo di violazioni. È una delle motivazioni con cui il gip del Tribunale di Salerno, concordando con la richiesta della Procura, ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 60enne di Mercato San Severino accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti delle due nipoti acquisite. Un provvedimento, secondo il giudice, reso necessario dal pericolo di reiterazione del reato. Gli inquirenti, acquisite le dichiarazioni delle ragazze (che ora hanno 20 e 16 anni ma all’epoca dei primi fatti contestati erano entrambe minori) le hanno considerate attendibili.

A sostegno delle testimonianze, del resto, ci sarebbero i particolari emersi da conversazioni sui social network: messaggi scritti e audio che rivelano lo stato emotivo delle giovani e le loro reazioni a comportamenti che avevano lasciato il segno. Come quelli scambiati tra la più giovane delle vittime e il fidanzatino dell’epoca, finito suo malgrado per essere coinvolto nella vicenda in quanto il 60enne avrebbe manifestato verso la nipote acquisita sentimenti di profonda gelosia: «Stavo a mangiare a casa di zio e praticamente stavo sul letto a vedere la televisione. Zia se n’è andata e lui si è buttato addosso a me», rivela in un vocale su Whatsapp, per poi confessare una certa preoccupazione nel raccontare ai genitori cosa stava succedendo: «Tenevo paura perché non lo so picchiava oppure uccideva me o i miei genitori». Poi intervengono le amiche: «Mi hanno incoraggiato a dire ai miei genitori e oggi mi sono fatta coraggio di sto fatto però ho paura». Non mancano riferimenti più spinti a baci e palpeggiamenti che non danno adito a dubbi, fino a una dichiarazione in piena regola: «Ma tu lo sai che sono innamorato di te», si sarebbe lasciato sfuggire l’indagato. Un “amore” suffragato anche da reazioni entusiastiche alle foto che la minorenne pubblica su Instagram, che l’uomo commenta spesso con varie emoticon, farcite di cuoricini e applausi. Ovvero quelli che in un contesto ordinario potrebbero essere addirittura interpretati come semplici segnali di affetto. Peccato che le chat su Whatsapp tra l’uomo e la giovanissima nipote facciano trasparire tutt’altro, inclusa un’antipatia al limite della minaccia verso il ragazzo con cui lei si sta frequentando in quel periodo: «Vedi che sono geloso, lo rompo, gli spezzo le gambe».

Tutti pezzi del puzzle che gli investigatori hanno completato e alla base della richiesta di arresto della Procura di Salerno avallata dal giudice per le indagini preliminari. L’aggravante è contestata per aver commesso il fatto nei confronti di una persona minorenne che a lui, il presunto “orco”, era stata affidata (in determinati periodi come le vacanze estive) e su cui avrebbe invece dovuto vigilare.

(fra.ien.)