Molestie al personale Ikea A giudizio un salernitano 

Un quarantacinquenne infastidiva ripetutamente due dipendenti donne Per oltre un anno ha minacciato anche addetti di altre ditte della struttura

BARONISSI. Era diventato il terrore del personale dello stabilimento Ikea di Baronissi, il salernitano Alessandro P., 45 anni, finito a giudizio con accuse di minacce e molestie reiterate nei confronti di alcuni dipendenti e di due impiegate in particolare, delle quali una individuata quale suo oggetto dei desideri. L’innamoramento in questione era la ragione delle sue ripetute scorribande, con una serie di attenzioni particolari costituite da striscioni installati all’esterno dei locali del centro vendita, invio di mazzi di fiori, scritte sui muri e appostamenti durante e dopo gli orari di lavoro.
In un periodo compreso tra il 2013 e il 2014 l’imputato, rinviato a giudizio e ora atteso dal processo davanti al Giudice monocratico del Tribunale di Nocera Inferiore, si rese protagonista di intimidazioni, fastidi e minacce contro il personale, senza desistere fino alla data della querela presentata: contro tali comportamenti si mosse l’ufficio sicurezza Ikea, che aveva messo insieme ogni singolo episodio contestato, documentando i vari fatti con riprese video, ove disponibili: e così agli atti della Procura di Nocera Inferiore sono finiti i bigliettini d’amore lasciati sull’auto della donna, le foto degli striscioni, le scritte, oltre alle intimidazioni contro il personale della ditta di pulizia. In un caso infatti l’uomo ora imputato si presentò allo store Ikea in veste di cliente per poi scagliarsi contro i dipendenti della ditta “La Lucente”, creando scompiglio tra i clienti e seminando il panico in zona bar, buttando a terra le cose acquistate al bistrot, per poi prendere a calci il furgone della ditta e rovesciare per terra il detersivo. Quel giorno, il 24 febbraio 2014, l’imputato minacciò un dipendente, poi, non contento di quanto già compiuto, rovesciò i bidoni della spazzatura, lanciò i posacenere di metallo e danneggiò un estintore dopo averlo preso dal suo box, con l’intervento delle guardie giurate e poi degli addetti alla vigilanza, che riuscirono a calmare l’uomo impedendo l’escalation della sua furia.
Le malefatte oggetto del processo di fronte al Tribunale sono riassunte in una dettagliata relazione preparata dal reparto all’atto della querela: al quadro d’accusa si aggiungono le ingiurie e le pesanti offese contro il personale, le minacce di percosse e l’ostinato ripresentarsi davanti alle due dipendenti, a turno finite nel suo cuore, per così dire, arrivando ad affrontare il procedimento penale in cui risponderà delle molestie. Contro l’imputato non è stata formulata accusa di stalking ma “solo” la doppia contestazione di violenza privata, nel primo capo di contestazione nei confronti di addetti e personale, e di molestie alle persone, nel caso invece delle due donne.
Alfonso T. Guerritore
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