Molestava la collega, condannato 

Un anno e due mesi all’infermiere di Scafati che insidiava la donna a Nocera

SCAFATI. È stato condannato a un anno, due mesi e venti giorni di reclusione al termine del processo di primo grado, l’infermiere accusato di aver molestato sessualmente una collega. La sentenza è stata emessa al termine del dibattimento, con i giudici della seconda sezione penale che hanno riconosciuto la colpevolezza dell’uomo di origini scafatesi.
Decisiva per la decisione è stata la denuncia, poi confermata in aula, della vittima, un’infermiera che aveva raccontato i tentativi di approccio e le molestie sessuali effettuate dall’imputato, suo collega, indicando con precisione i fatti avvenuti nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore. L’infermiera , anche lei di origini scafatesi, fu vittima delle avances sul luogo di lavoro: era il 2012 quando l’imputato, come confermato nella deposizione in aula della donna, «si avvicinava da dietro e tentava di baciarmi, mi accarezzava e continuava a molestarmi, cercava continuamente il contatto, provava ad afferrarmi mentre io mi divincolavo». Gli episodi avvenivano quando erano soli, in situazioni apparentemente “sicure”, senza testimoni. «Io gli dicevo che ero sposata con figli per farlo smettere, ma lui continuava». Se lei provava ad evitarlo, lui la attendeva tra i corridoi o nelle stanze per aspettare l’occasione.
Il capo d’accusa risale al luglio 2012, primo periodo nel quale si verificarono le circostanze, con la successiva fase tra il dicembre e il gennaio successivo. La seconda circostanza avvenne nel “Lactarium”, raccontò ancora la vittima, dove c’è la somministrazione di latte per i neonati. Da quel momento la donna cambiò atteggiamento e rivelò tutto al primario, scegliendo di mettersi in malattia per allontanarsi dal luogo di lavoro per poi denunciare tutto. Nel corso del processo, portato avanti fino all’esito finale del primo grado, dopo discussione, la donna aveva confermato e ripetuto davanti ai giudici la sua versione dei fatti. L’imputato pretese il bacio, come lei spiegò, ad ogni costo, nelle stanze dove entrambi svolgevano servizio come operatori sanitari. L’episodio innescò successivamente l’inchiesta interna e il trasferimento precauzionale da parte della direzione sanitaria di entrambi i soggetti coinvolti nella controversia, con l’accusa approdata nelle aule del Tribunale di Nocera Inferiore dopo la fase investigativa.
Davanti ai giudici del collegio nocerino sono state raccolte ulteriori deposizioni, fino alla sentenza di primo grado, con la condanna emessa a carico dell’imputato, assistito di fiducia dall’avvocato Elia Di Natale.
Alfonso T. Guerritore
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