Moda, arte e spiagge nell’incanto di Positano

Perdersi tra il dedalo di stradine del paese è l’emozione più suggestiva Oltre duecento sentieri per chi ama le arrampicate affacciandosi sulla storia

Ha incantato Picasso, Cocteau, Prampolini, Marinetti, Casella, Fersen, Douglas, Clevel (che per seicento lire vi acquistò la splendida torre del Furnillo), Massine e Nureyev. Sarà il dedalo di stradine strette e sinuose, lo stile moresco e bizantino, il bianco assoluto che fa a cazzotti con il colore brillante della ceramiche. Sarà per gli orizzonti marini, scavati nella montagna, gelosi dei ciottoli chiari e del mare blu cobalto, preservati dalle onde e nascosti dai fichi d’india. Sarà per le sue torri, che trapuntano la costa come una coperta di stelle, protese verso l’orizzonte e pronte a raccontare fiabe ai naviganti. Sarà per l’esplosione di rossi e gialli e azzurri e verdi che hanno fatto delle sue creazioni in cotone e lino il simbolo della moda della costiera amalfitana. Certo è che Positano è da sempre una delle mete più affascinanti della Divina, al punto da saper attrarre, da sempre, un turismo elitario e raffinato. Le origini di Positano sono antichissime, come confermano gli insediamenti antropologici risalenti al paleolitico.

Il nome del borgo deriva, con buona probabilità, dal vocabolo fenicio Pesitan, alias Nettuno, ma le sue origini sono legate anche ad una leggenda secondo la quale, durante una tempesta, alcuni fuggiaschi che si trovavano su un veliero proveniente dall’Oriente che trasportava un’icona sacra, udirono una voce dire “posa posa” e la interpretarono come la volontà della Madonna di dirigersi verso terra, dove poi fu costruita una chiesa a lei dedicata. La chiesa di Santa Maria Assunta è una tappa obbligata: illumina di giorno e di notte piazza Flavio Gioia grazie ai preziosi mosaici realizzati dall’artista Mimmo Paladino. All’interno della cupola, ornata con piastrelle gialle e verdi, la Madonna nera con il Bambino, una statua di origine bizantina che fa compagnia al busto di San Vito, patrono del paese, pregevole esempio di arte orafa napoletana. Perdersi per le stradine, costellate da casette colorate che si inerpicano al cielo e da buganville, è un’emozione particolarissima che farà breccia nel cuore di chi cerca visioni perdute.

Gli amanti dello shopping saranno entusiasti: lino, canapa, ricami ed uncinetto, sono infatti le tecniche con le quali gli artigiani del luogo realizzano abiti decorati con motivi marini e floreali finiti sulle principali riviste di tutto il mondo. Come ugualmente celebri sono gli originali sandali in cuoio confezionati al momento a seconda del gusto del cliente.

Chi ama il mare ha solo l’imbarazzo della scelta: a dominare la visuale per chi arriva dal mare è la spiaggia Grande, su cui s’inchinano la maggior parte dei ristoranti del paesino costiero. Ma basta inerpicarsi verso est per scorgere le spiagge di Laurito, San Pietro, Arienzo, Fiumicello, La Porta, Torre Sponda, affogate in una vegetazione quasi magica. Ad ovest, attraversando una stradina che costeggia la roccia, si arriva alla spiaggia del Fornillo da dove, via mare, si può approdare a Remese, Scogli Pianie Covone. Di fronte Gallo Lungo, la Rotonda e i Briganti, meglio note come Li Galli, a lungo abitate dal coreografo Leonide Massine e dal ballerino Rudolph Nureyev. Giungendo al Fornillo non si può non restare attratti da quello che Sergei Diaghilev definì una sorta di villaggio verticale, ossia una torre pentagonale che l’intellettuale svizzero Gilbert Clevel, acquistò dopo essere rimasto folgorato dalla costa mediterranea.

La sua torre ospitò intellettuali ed artisti, da Picasso a Cocteau, diventando una sorta di Olimpo della cultura mittleuropea e mediterranea a cavallo degli anni Venti. Per chi ama aprire una finestra sul passato, vale la pena di segnalare la villa romana, i cui resti furono portati alla luce durante i lavori in piazza Flavio Gioia. Il setto murario in opus reticolatum, decorato da splendidi affreschi policromi, lasciano presumere che sia stata costruita per qualche esponente della classe senatoriale romana. Spazio anche per gli appassionati di trekking: a Positano e nelle sue frazioni, ci sono oltre duecento itinerari che ne hanno fatto uno dei più importanti centri di arrampicata del Mezzogiorno: dalla riserva naturalistica di Vallone Porto al sentiero degli dei, dalla escursione sul Monte Comune a Montepertuso, non resta che l’imbarazzo della scelta. (b.c.)

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