Mobilitazione generale per salvare l’assistenza

Ieri un incontro al Comune alla presenza di manager, Servalli e sindacalisti Nessuna indicazione su come colmare la cronica carenza di personale

Nella Regione c’è la soluzione a lungo raggio. Nella direzione sanitaria generale si confida per le problematiche da risolvere nell’immediato.

È quanto emerso dal tavolo sanità di ieri al Comune, convocato per discutere del “Santa Maria dell’Olmo” ed al quale hanno partecipato, tra gli altri, il manager dell’azienda universitaria Ruggi Vincenzo Viggiani, rappresentanti delle sigle sindacali, il sindaco Vincenzo Servalli, l’ex sindaco Marco Galdi, diversi esponenti politici, medici ed operatori sanitari.

Presente anche il dottore Mariano Agrusta, consulente del sindaco per la sanità. Sul tavolo le molte problematiche del nosocomio cavese. In particolare la discussione si è articolata lungo tre linee guida: carenze strutturali; mancanza di personale e dotazione delle apparecchiature mediche.

Sono stati i rappresentanti sindacali a sottolineare l’emergenza che ha vissuto l’ospedale nei mesi estivi, quando le ferie dei dipendenti hanno reso ancor più difficili i turni. «È possibile rendere idoneo il nosocomio cavese, come è stato fatto in altre zone d’Italia, e bisogna trovare il modo per reintegrare le 60 unità di personale infermieristico che, per la mobilità, sono state trasferite all’Asl prima del passaggio dei vari presidi al Ruggi e che non sono mai state reintegrate», ha spiegato Margaret Cittadino della Cgil Sanità. Sulla stessa falsariga Maria Di Serio della Cgil, che ha detto: «Bisogna evidenziare le esigenze di un territorio ampio come Cava». Sul tavolo soprattutto l’emergenza della mancanza di medici, che si esplica in due reparti: ginecologia e chirurgia.

E, in particolare, nel primo entro il prossimo novembre andranno in pensione due medici, riducendo lo staff medico a sole due unità. In chirurgia entro un anno andranno in pensione due medici, assottigliando il personale medico a quattro unità.

La questione è stata denunciata da Gaetano Biondino della Cisl, a cui ha fatto eco il suo segretario generale Pietro Antonacchio. «Noi operatori non ce la facciamo più a lavorare in questo stato di agonia perenne – ha chiosato Biondino – Vogliamo risposte certe ed azioni mirate per risolvere i disagi del nosocomio». E su questo fronte è intervenuto il direttore sanitario De Paola. A giorni sarà montata la Tac che attendevamo”, ha annunciato. Un analogo discorso, di più ampio raggio, è stato fatto da Viggiani.

«Stiamo facendo grandi sforzi ed investendo le economie fatte dall’azienda in adeguamenti strutturali – ha precisato – Per ginecologia risolveremo stipulando apposita convenzione con l’Asl ed ottenendo due medici. Se questo non sarà possibile, il reparto sarà chiuso, ma questa è una possibilità remota». Il tavolo sanità si aggiornerà a data da destinarsi.

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