«Mio figlio pestato a scuola Costretta alla denuncia»

Una madre racconta l’odissea del ragazzo tredicenne in un istituto nocerino «Ho avvisato l’insegnante e la dirigente ma le botte sono continuate»

Botte e angherie in nome e per conto della “Gang del bosco”, con ematomi e segni sul corpo a testimoniare il clima di terrore e le violenze consumate, fino alla decisione di sporgere denuncia. Che non parla, come in apparenza, di associazioni criminali, cosche o batterie, né di adulti. Questa storia riguarda dei ragazzini, quattro in particolare, tre carnefici e una vittima, che in età scolare, nelle mura formalmente sicure di una scuola media di Nocera Inferiore, portano avanti lo schema di sopraffazione del branco, con una dedizione e fedeltà al gruppo mostrata attraverso messaggi facebook, richiami al segreto e all’egemonia, vicini al gioco ma divenuti altro, in modo inquietante.
«Chi tocca a uno partono tutti», «La mia gang tu non la fermi», «La gang del bosco», sono alcuni dei testi minacciosi dei messaggi diffusi via social, con amici da difendere ad ogni costo. E vittime da individuare. Con la denuncia a riferire i passaggi di una vicenda dolorosa, ora all’attenzione degli inquirenti e con la procura dei minori pronta a intervenire.
«Mio figlio lamentava da anni, in maniera sporadica, episodi di prepotenza da parte di alcuni amichetti – ha spiegato la madre della vittima, un tredicenne, ai carabinieri della stazione nocerina nella denuncia - io lo rassicuravo, perché non c’erano conseguenze fisiche. Ma dal secondo anno sono cominciati i lividi. E gli atteggiamenti erano man mano diventati violenti».
Le azioni subite dal ragazzo riguardano tre “compagni” di scuola e di istituto, amici tra loro, pronti a scatenare le loro sopraffazioni nei suoi confronti. «Mi sono rivolta alla dirigente all’inizio dell’anno e a una professoressa, ma non mi risultano provvedimenti sanzionatori o disciplinari. Solo una ramanzina». Da quel momento, però, in nome della violata omertà, le cose sono peggiorate. «Le percosse a mio figlio da allora si sono spostate dalla scuola alla piazzetta, agli orari d’uscita - continua la madre - così ho informato nuovamente la professoressa, con una discussione in cui interveniva anche la dirigente rassicurandomi annunciando provvedimenti». Le botte, anche in quel caso, sono però continuate. «Giorni fa c’è stato l’ultimo episodio, con mio figlio rientrato a casa con evidenti segni di percosse e un ematoma al braccio destro. Mio figlio mi ha riferito che uno dei tre ragazzi lo aveva afferrato alla gola, prendendolo alle spalle e tirandolo a terra. Per poi colpirlo con un calcio. Gli diceva che se avesse parlato lo avrebbe di nuovo picchiato. Una settimana fa mio figlio era rincasato con un taglio al labbro superiore, sul lato sinistro, e mi aveva riferito di aver subìto un colpo, un pugno al volto da un altro dei tre ragazzi addirittura durante la lezione, mentre era seduto al suo banco. Aveva anche avvisato l’insegnante, ma non so se ci siano stati provvedimenti. Mio figlio parla di botte quotidiane e di offese continue. Parla di spintoni, di quaderni e matite rotte. Hanno preso di mira mio figlio, ma non solo».
Dopo l’ultima aggressione, la mamma ha avvisato ancora la maestra annunciandole che avrebbe presentato la denuncia ai carabinieri.
Alfonso T. Guerritore
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