«Mio figlio non è uno spacciatore»

Agropoli: la madre di Marco Giuliano decide di raccontare la sua verità

AGROPOLI. «Mio figlio non ha nulla a che fare con il gruppo di spacciatori, conosceva solo Andrea Grimaldi dal quale si riforniva per uso personale».

A parlare è Roberta Morrone, noto avvocato di Agropoli, madre di Marco Giuliano, venticinque anni, adesso sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta, che ha portato alla scoperta di un giro di droga che vedeva all’apice Alessandro Romano 28 anni detto “Ricotta”, che oggi sarà sottoposto ad interrogatorio.

Dodici le ordinanze cautelari emesse dal gip C arla Di Filippo del tribunale di Vallo della Lucania per detenzione ai fini dello spaccio di droga.

«Mio figlio – afferma Morrone – non è uno spacciatore, ha avuto contatti solo con Grimaldi fino al 13 marzo 2011. Data in cui, dopo le ennesime minacce per debiti relativi all’acquisto di droga fatte a mio figlio, alla mia persona e a tutta la famiglia ho deciso di denunciare quello che era accaduto ai carabinieri».

Morrone racconta nel dettaglio la vicenda: «Quel giorno ero tornata dallo studio e trovai mio figlio che era stato appena minacciato con la pistola. Era disperato, voleva uscire da quella situazione diventata con il passare del tempo terribile. Ho deciso di recarmi dai carabinieri per denunciare la vicenda, dato che io stessa ero stata destinataria delle minacce di Grimaldi».

Quindi l’avvocatessa prosegue nella narrazione dei fatti che si sono succeduti nel corso dei mesi.

Spiega: «Mio figlio Marco ai carabinieri ha raccontato da chi era stato minacciato, perché debitore dei soldi per l’acquisto di droga, in particolare cocaina, in qualità di assuntore. Questo ha riferito e nulla di più. Conosceva solo Grimaldi che, a volte, lo minacciava riferendo che avrebbe parlato con “Ricotta”. Ma mio figlio non aveva idea di chi fosse, conosceva Grimaldi, che gli dava la droga a credenza, perché da bambini andavano a scuola calcio insieme. Dopo quel 13 marzo con lui si sono interrotti tutti i rapporti».

I carabinieri, acquisite le dichiarazioni di Morrone e suo figlio, hanno sottoposto ad intercettazione l’utenza di Giuliano per controllare l’attività di Grimaldi.

«Dopo il tredici di marzo mio figlio non ha fatto più uso di cocaina. Ha iniziato un percorso di terapia – evidenzia Morrone – che prevede l’uso di cannabis, che acquistava da un’altra persona. Nessun rapporto ha avuto più con Grimaldi e nulla a che fare con il gruppo di spacciatori, non conosce nessuno di loro».

Infine la donna spiega: «Ha solo parlato delle minacce e le continue vessazioni a cui era sottoposto, più volte è stato anche malmenato, e che non riusciva più a sopportare».

Sul fronte dell’inchiesta partiranno oggi gli interrogatori di garanzia. Il primo che sarà sentito dal gip sarà colui che è ritenuto la “mente” dell’organizzazione, Alessandro Romano 28 anni, in carcere. Poi toccherà agli altri per i quali non è stata ancora fissata la data dell’interrogatorio sottoposti ai domiciliari: Chiara Donnabella; Andrea Grimaldi; Bruno e Sergio Marotta, Tonino Buccino; Rosario Russo; Alessio Graziano Cuoco; Giuseppe Carillo; Gerardo Manzo.

(a. s.)

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