Mini Regione, l’ok dei politici salernitani

Molti sono favorevoli all’accorpamento con Avellino e Benevento. Ragosta mette in guardia: «Non si ridurrà la spesa»

Via le Province con la formazione di una nuova Regioni in cui Salerno sarebbe accorpata a Benevento ed Avellino, mentre Napoli e Caserta, accorpate anche loro, andrebbero a formarne un’altra. È la proposta elaborata dalla Società geografica italiana in collaborazione con il Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie. Come si chiamerebbe la nascente mini regione che ospiterebbe tre dei cinque capoluoghi campani? Ancora presto per dirlo, la proposta di riordino territoriale è solo un’idea ed è difficile immaginare che si possa arrivare a trovare un accordo, prima politico e poi anche “civile” per disegnare un’Italia nuova, forse più equa e non certo meno frammentata. Tra i politici salernitani, molti si sono detti favorevoli a questo nuovo assetto istituzionale. Il giovane deputato di Cinque stelle Angelo Tofalo parte dal presupposto che è una delle prerogative del movimento favorire ztutte le semplificazioni che possano alleggerire la macchina dello Stato in favore dei cittadini». «Valuteremo con attenzione questa nuova proposta – ha detto Tofalo – sperando venga ampiamente discussa in Parlamento senza demandare a saggi e tecnici. Stiamo sviluppando una proposta di legge che indichi chiaramente le ripartizioni delle competenze per evitare che si generino nuovi caotici conflitti legali tra Comuni e Regioni utili solo a bloccare un necessario iter burocratico in nome dell’autoconservazione del potere di pochi».

La speranza del consigliere regionale del Partito Democratico Gianfranco Valiante è, invece, che questo non si trasformi nell’ennesimo dibattito estivo. «È un riordino – ha detto – utile oltre che imposto dai tempi che cambiano e con loro le esigenze dei cittadini e dei territori. La proposta è a grandi linee positiva, l’abolizione delle Province va fatta nell’immediato. La Campania ha un tale serbatoio di diverse identità che questo potrebbe essere un modo per valorizzarle anche attraverso un’amministrazione più eterogenea. C’è tanta difficoltà per amministrare questa Regione».

Condivide la proposta ma discute il merito l’ex presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, oggi deputato di Fratelli d’Italia, che aveva sostenuto l’idea di rivedere i confini creando il Principato di Arechi. «Nella nostra proposta – ha chiarito – partivamo da un presupposto diverso perché non sono certo enti come le Province a rappresentare un peso burocratico o economico: a mio modo di vedere sono le Regioni il vero problema. Per me valgono due principi fondamentali che l’Unione Europea ci riconosce: l’autogoverno e la prossimità. In quest’ottica la Provincia è più vicina al cittadino rispetto alla Regione e quindi, fatta questa premessa, mi sento di dire che la proposta della Società geografica è decisamente positiva se rivista negli aspetti che riguardano gli enti da sopprimere». Per Cirielli sarebbe il colpo di grazia al «napolicentrismo, iniziato nell’era Bassolino, che ha letteralmente affossato Salerno che annualmente perde fra i 500 ed i 600mila euro di finanziamenti».

«Come Psi – ha invece commentato il responsabile Mezzogiorno del partito, Enzo Maraio – siamo a favore di tutte le semplificazioni e degli alleggerimenti economici ed amministrativi, a condizione che tutto ciò che viene risparmiato sia rimesso in circolo in favore dei cittadini. C’è necessità di una riorganizzazione e questo mi sembra un buon punto di partenza, anche se chiaramente va discussa e condivisa con i cittadini i cui punti di riferimento verrebbero stravolti».

La voce fuori dal coro è quella di Michele Ragosta, senatore di Sel, che lancia un’altra proposta: «La creazione di tre macro regioni (Nord, Centro e Sud ad esclusione di quelle a statuto speciale), in modo da riequilibrare le risorse attraverso la gestione comune di alcuni servizi». Più in generale, per Ragosta, la proposta della Società geografica «rischia di avere effetti indesiderati. Non credo che così si riducano le spese. La strada è un’altra: lo Stato dovrebbe centralizzare alcune funzioni e riarticolare le province. In ogni caso la provincia unica con Salerno, Avellino e Benevento, potrebbe funzionare».

Carmen Incisivo

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