Mingardo, la rivolta degli stabilimenti

Camerota, accuse e proposte dopo la chisura delle aree di parcheggio. Il presidente della Pro loco propone le navette

CAMEROTA. C'è chi vorrebbe mettere in sicurezza in pochi giorni il costone del Mingardo; chi invece, più realisticamente, pensa a una soluzione alternativa. Il giorno dopo la chiusura dei parcheggi all’ombra del costone roccioso di Cala del Cefalo a Marina di Camerota per pericolo di crollo, secondo le verifiche fatte dagli esperti della Provincia, gli operatori turistici della zona corrono ai ripari.

«È un problema gravissimo che potrebbe arrecare un danno economico enorme a tutte le imprese che operano lungo l’arenile del Mingardo – spiega Gino Del Gaudio, titolare del lido “Le Fate” e presidente della ProLoco – Purtroppo le istituzioni si ricordano dei problemi solo durante la stagione turistica. Il costone roccioso è a rischio da sempre, e non certo da ieri mattina. Bisognava intervenire prima, con un progetto specifico per assicurare la messa in sicurezza dell’intera zona. Una cosa da fare durante l’inverno però, non ora che arriva l’estate e bisogna lavorare».

Del Gaudio ha già pensato a una soluzione alternativa: «Mi sono fatto portavoce di una proposta – spiega il presidente della Pro Loco – organizzare un servizio navetta per il Mingardo con partenze da Marina di Camerota e dalla località Trivento».

Ma c’è anche chi spera nella riapertura a breve dei parcheggi: «Non ci sono alternativa se non quella della riapertura – tuona Gioacchino Gargano, uno dei titolari del lido Aleppis – L’amministrazione comunale di Camerota si sta già attivando per risolvere il problema. Il sindaco Romano è già stato qui per fare un sopralluogo con un geologo. Sono molto fiducioso. Mi hanno invece deluso – aggiunge Gargano – alcuni colleghi titolari di stabilimenti balneari, che lo scorso inverno, quando li ho contattati per riunirci e trovare una soluzione non si sono fatti vedere».

Al momento le aree interdette sono delimitate dal nastro bianco e rosso della polizia provinciale.

Il provvedimento è stato adottato dal dirigente del settore Viabilità e Infrastrutture di Palazzo Sant’Agostino, Domenico Ranesi. «Tenuto conto della pericolosità dell’intera area – si legge nell’ordinanza eseguita l’altro ieri mattina sotto gli occhi esterrefatti di turisti ed operatori balneari – si ordina al Comune di porre in essere tutte le attività necessarie per impedire l’accesso alle aree posizionate a monte della Sr 562 mediante l’installazione di dispositivi permanenti». In pratica il nastro verrà a breve sostituito con dispositivi inamovibili che bloccheranno materialmente l’ingresso alle aree parcheggio. Nel frattempo prosegue l’inchiesta della Forestale sulle procedure amministrative seguite in questi anni che hanno consentito la nascita di queste aree di sosta.

«Durante l’estate, quando queste aree erano aperte – spiega Paola Attanasio del lido Nettuno – molta gente non riusciva a trovare parcheggio, figuriamoci ora. La mancata apertura delle aree di sosta arrecherebbe danni economici irreparabili a tutti gli operatori del settore. È importante che le istituzioni intervengano subito. Non si scherza con il lavoro». «Per noi è un grosso problema – spiega Simone Saggiomo, un altro operatore turistico di Cala del Cefalo – si tratta di un servizio di fondamentale importanza. Bisogna assolutamente riaprirli». Saggiomo spera però in una gestione pubblica dei parcheggi. «Queste aree vanno gestite dal Comune, nel rispetto delle regole e con la massima professionalità. Un servizio così importante per i turisti non va lasciato nelle mani di abusivi e improvvisatori».

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