Minacciava con il fucile moglie e figlia minore 

Un 44enne dovrà difendersi da pesanti accuse nel processo a suo carico La scorsa estate ha aggredito e pestato i familiari anche in casa di sua madre

«Sei una mamma di m..., vi devo uccidere»: con queste minacce il 44enne sarnese intimidiva e picchiava sua moglie e sua figlia minore, e imbracciava persino un fucile per farsi consegnare il figlioletto. «Dammi il bambino o mi fai passare un guaio, apri - intimava ancora l’uomo, pronto a tutto e fuori di sé, sull’uscio di casa di sua madre - Di loro non mi interessa nulla ma voglio il bambino».
L’imputato, nel processo a suo carico, dovrà difendersi dalle accuse di lesioni, maltrattamenti, detenzione illecita e porto in luogo pubblico di arma e di stalking. I fatti risalgono all’estate del 2017, quando l’uomo ha cumulato intimidazioni, minacce e continue offese a moglie e figlia, successivamente picchiate e costrette di fatto ad andar via di casa. Infine, l’episodio chiave della contestazione riguarda quanto accaduto a casa della madre dell’uomo, a Sarno, dove si erano rifugiate moglie e figlia.
Dopo aver bussato e gridato alla porta d’ingresso, l’uomo perdeva il controllo, dopo essersi armato di un fucile. I contrasti familiari erano diventati quotidiani, con l’imputato che non riusciva più a rimettere in piedi la relazione coniugale. Per lui la moglie era diventata bersaglio di comportamenti violenti e intimidatori, insieme alla figlia minore, a causa dei diritti sul figlio piccolo finiti al centro della contesa. I propositi criminali dell’uomo venivano puntualmente eseguiti e portati avanti, con moglie e figlia raggiunte da calci, pugni e schiaffi fino alla visita in pronto soccorso con prognosi rispettive di tre e cinque giorni per le ferite riportate.
Al termine dell’ultimo atto della sequenza, consumato presso l’abitazione materna, l’imputato veniva raggiunto dalla denuncia. In quel racconto ai carabinieri la moglie, accompagnata dalla figlia, spiegava per filo e per segno i passaggi e gli sviluppi della vicenda, partendo dalle parole per arrivare alle botte e infine alla grave minaccia a mano armata nell’ennesimo giorno di ordinaria follia. Successivamente il 44enne veniva costantemente controllato, fino a subire una perquisizione domiciliare tesa a rinvenire il fucile, detenuto illegalmente. L’uomo è accusato formalmente di lesioni, stalking, maltrattamenti, porto e detenzione di arma, e dovrà risponderne in sede processuale dopo il decreto di giudizio immediato emesso dal gip.
Alfonso T. Guerritore
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